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Bentornato campionato! Quante volte lo abbiamo sentito, tra agosto e settembre, negli scorsi decenni? E’ il ritornello di fine estate, arriva l’autunno, le giornate cominciano ad accorciarsi e l’appuntamento più atteso è quello con i primi turni di Serie A. In condizioni normali. Perché negli ultimi tre mesi di normale non c’è stato proprio niente, ed ecco che ci ritroviamo a riaccogliere la massima serie dopo una pausa più lunga di quella tra una stagione e l’altra. Una pausa obbligata, forzata dalle contingenze. Ma la ripartenza, dopo settimane buie in cui, effettivamente, il calcio non era più nemmeno la cosa più importante delle cose non importanti, anch’essa era consequenziale e quasi dovuta. L’Italia riparte, non può non farlo anche un’industria come quella del calcio.
E allora il bentornato alla Serie A anomalo questa volta fa da apripista a un piccolo campionato dentro al campionato: un rush finale tutto in un fiato, dal 20 giugno al 2 agosto, in cui si decideranno tutti i verdetti in quella che, prima del maledetto coronavirus, era una delle annate più incerte ed emozionanti, a cominciare dalla lotta scudetto con Juventus, Lazio e Inter ancora a battagliare. Si riparte e non è finita l’estate, ma deve ancora iniziare: niente Europei, niente Olimpiadi, ma ecco che prima la Serie A, poi le Coppe europee, ci terranno compagnia in quella che sarà una lunga estate caldissima. Proprio come nel brano di Max Pezzali, “finalmente ricompaiono / dal letargo dell’inverno si risvegliano”, ma il cantante pavese parlava di moto e qui lo riadattiamo alle squadre di calcio. E’ chiaro però come tutto sia appeso a un filo, e questo filo rappresenta un eventuale contagio: in tal caso, e il Cts è assolutamente irremovibile, quarantena obbligatoria e si fermerebbe tutto, per poi passare al piano B (playoff e playout) o al piano C (cristallizzazione della classifica). Con tutti gli scongiuri del caso, ovviamente, ma il rischio concreto c’è.
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Ma cosa vedremo? Ne vale davvero la pena? Inutile girarci attorno, quando la Serie A riaprirà i battenti, ci troveremo già in estate, caldo torrido incluso, e giocando ogni tre giorni – dopo tre mesi di inattività – non potremo certo aspettarci match brillanti a profusione. La Bundesliga ci ha già fatto vedere abbastanza, tra papere dei portieri, autogol, ritmi da dopolavoro ferroviario e match che sembrano quasi sgambate. Ma è normale: e soprattutto, dà un senso di normalità . Meglio un calcio diverso, a km 0, che un’estate povera come la primavera che abbiamo passato in casa. Meglio i verdetti sul campo che quelli decisi nei tribunali. Insomma, meglio veder rotolare di nuovo un pallone – rigorosamente da casa – che non vederlo affatto. E allora, ancora una volta, bentornato campionato. Ci eri mancato, e come tutte le primedonne ti farai attendere un altro po’, visto che si ripartirà con la Coppa Italia, poi con i recuperi di Serie A, dunque via libera a un vero e proprio tour de force. Per i giocatori, nella speranza di vedere pochi infortuni e soprattutto nessun contagio. Per gli addetti ai lavori, per noi che proveremo a raccontarvi qualcosa di assolutamente inedito. E soprattutto, per i tifosi, che si dividono in due gruppi: chi desiderava la ripartenza del calcio… e chi mente.
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