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Federico Balzaretti ha deciso di lasciare il suo posto da dirigente della Roma, dove si occupava dei giocatori ceduti in prestito. L’ex difensore, che aveva militato nel club giallorosso anche da giocatore, ha scritto una commovente lettera per salutare la società .
“Ciao Roma, in questo momento ho il groppo in gola – comincia Balzaretti -. Tra le emozioni contrastanti, ora prevale un sentimento di tristezza e commozione, perché finisce qui la mia avventura nel Club che ho amato e che amo follemente dal primo giorno in cui ho vestito la maglia giallorossa.
Vi ho scelti perché Roma è passione, Roma è una sfida, Roma ti fa diventare uomo. Perché Roma è Unica. Dopo sette anni, voglio dire grazie alla gente di Roma per come ha accolto me e la mia famiglia, ai nostri tifosi che mi hanno saputo apprezzare come calciatore prima e come dirigente dopo, ma soprattutto come persona innamorata della propria squadra. Anche chi non è romano può rappresentare Roma: sono nato a Torino, ma mi sento romano e romanista nel profondo.
Ci lega un momento magico, un gol magico, una corsa magica e quelle lacrime magiche: erano le lacrime di tutta roma giallorossa e la cosa più bella è sapere che in quel momento eravamo tutti una cosa sola.
Voglio ringraziare ogni mio compagno di squadra. A Roma ho dato la mia carriera di calciatore, grazie a ogni allenatore con il quale ho lavorato in questi sette anni: da Zeman a Claudio, grazie a tutti.
Grazie a tutte le persone che ho incrociato nel mio percorso a Trigoria: alle persone che lavorano nella quotidianità del Centro Sportivo e che rendono speciale questo posto. Se mi sono sentito a casa dal primo momento, il merito è anche vostro.
Un ringraziamento speciale va a ogni nostro ragazzo che ho seguito in questi quattro anni: vi voglio bene, spero che almeno un consiglio, una mia parola, vi sia rimasta dentro e ve la porterete con voi nel vostro radioso percorso. Io per voi ci sarò sempre.
Vedere ragazzi essere protagonisti nella nostra Roma – o altrove in campionati importanti in Italia e all’estero – mi fa rendere orgoglioso di voi e del percorso fatto insieme. In ogni gol, in ogni corsa, in ogni fatica, in ogni delusione, per ogni gioia: io sono con voi.
Un grazie anche a tutti i club e agli agenti di questi ragazzi con cui ci siamo confrontati: grazie per la vostra professionalità , disponibilità , collaborazione e fiducia reciproca.
Grazie a tutte le persone che mi hanno formato e mi hanno fatto crescere professionalmente, oltre ad avermi dato responsabilità importanti. Insieme abbiamo raggiunto traguardi storici e indimenticabili: penso al campionato del rilancio con mister Garcia, a quello del record di punti con Spalletti, piuttosto che alla notte in cui abbiamo ottenuto l’accesso alla semifinale di Champions League e inevitabilmente mi vengono in mente i dirigenti che hanno segnato questo percorso. Penso a Mauro, a Guido, a Walter, a Ricky e a Monchi, i direttori con i quali ho lavorato.
Un grazie speciale a Francesco Vallone e a Massimo Tarantino: quanti viaggi, quante sveglie alle cinque del mattino, quanti scali, quante giornate a parlare di calcio, a creare una struttura, a cercare di migliorare e di portare questo club sempre più in alto, sempre con l’onestà e la passione che contraddistingue le grandi persone che siete.
Grazie a tutti di cuore. Mi spiace non essere riuscito a salutarvi di persona. In questo momento vorrei che mi immaginaste lì, in mezzo al campo, da dove simbolicamente abbraccio ognuno di voi: dalla Mitica Sud, passando per tutti i settori dell’Olimpico.
Vorrei chiudere con un ringraziamento speciale: al mio Presidente dico grazie per avermi trattato come un figlio quando la pubalgia mi aveva preso e non voleva lasciarmi più. Grazie per non avermi mai abbandonato.
Non so ancora dove il futuro mi porterà , valuterò con la mia splendida famiglia quello che è il meglio innanzitutto per loro e poi per me: loro vengono e verranno sempre prima di tutto.
Una cosa è sicura: mi mancherete tutti, anzi mi mancate già .
Grazie Roma, forse un giorno ci rivedremo.
Con tutto l’amore che c’è,
Federico”.
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