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Davide contro Golia, così si può descrivere Atalanta vs SPAL, una delle partite più avvincenti del campionato italiano nel mese di gennaio, una partita che ha riscritto in maniera in modo deciso gli scenari della Serie A, sia per quanto riguarda la corsa alla qualificazione in Champions League sia per la lotta alla salvezza nei bassifondi della classifica. Una sfida che ha visto Davide, la SPAL, abbattere l’Atalanta nei panni di Golia, in un risultato a dir poco clamoroso, un 2 a 1 in uno dei campi più difficili della Serie A.
L’Atalanta, reduce dalla sconfitta in Coppa Italia contro la Fiorentina e dall’ottimo pareggio a San Siro contro l’Inter, é tornata a giocare in casa sua contro la SPAL, sfoderando nuovamente il suo attacco fino a quel momento aveva segnato ben 49 gol nel girone di andata. Gasperini quindi si é affacciato all’incontro con il suo usuale 3-4-1-2: Sportiello tra i pali, Toloi, Caldara – ritrovato dopo l’anno difficile al Milan – Palomino a formare la difesa, De Roon, Pasalic, Freuler e Gosens a centrocampo, Ilicic e Gomez alle spalle di Duvan Zapata, che stava cercando di riprendere la condizione fisica dopo gli infortuni della prima metà di stagione.
La SPAL, invece, dopo la partita dell’andata persa in modo rocambolesco al seguito di uno spettacolare 3 a 2, ha cercato di rialzare la cresta in uno dei campi più difficili del campionato, nonostante né la classifica – tristemente riassumibile in un misero ultimo posto -, né l’attacco – appena 12 gol segnati – abbiano premiato la compagine emiliana. Semplici quindi, ormai prossimo alla serie cadetta con questo rendimento di punti, si è giocato il tutto per tutto col 3-5-2, con Berisha in porta, Cionek, Vicari e Julio per la retroguardia, Strefezza, Dabó, Missiroli, Valoti e Reca a centrocampo e, quindi, la coppia d’attacco Petagna – Di Francesco.
La partita è iniziata mostrando i primi accorgimenti tattici di Semplici, con Strefezza che spesso si accentrava per cercare la conclusione – che ha costretto immediatamente Sportiello ad una grande parata – o per dare sbocchi creativi ad una SPAL avara di gol segnati in questa stagione. Una SPAL, quindi, ben messa in campo, nonostante l’enorme divario tecnico e di classifica che la separava dalla Dea, che nel primo tempo però non è riuscita a concretizzare le occasioni da gol a causa delle scelte sbagliate di un Dabó veramente pessimo, che prima del vantaggio bergamasco ha effettuato un passaggio sciagurato anziché tirare in porta, oltre che schermare una conclusione pericolosa di Petagna diretta verso lo specchio della porta. Una SPAL che ha pure avuto la sua dose di sfortuna, in quanto un Petagna encomiabile nel suo spirito di sacrificio non è riuscito a segnare di testa a causa di un palo che gli ha negato il pari ferrarese, oltre che un gol meritato per la prestazione importante registrata nel primo tempo contro il suo passato bergamasco.
L’Atalanta, invece, ha eseguito il suo classico gioco aggressivo, sfruttando abilmente gli inserimenti dei centrocampisti e degli esterni tra le linee, con continue sovrapposizioni tipiche del gioco di Gasperini per assediare l’area di rigore bergamasca. L’Atalanta non ha brillato particolarmente a confronto con le prestazioni precedenti, anche a causa di un primo tempo per nulla brillante di Gosens – sottotono rispetto ad una stagione da 6 gol e 4 assist in campionato -, ma è riuscita ugualmente a non perdere dal punto di vista delle avanzate, grazie soprattutto ad un Zapata che sta cercando di ritrovare la sua condizione fisica ideale. Ed è stato proprio lui, al minuto 16, in seguito ad un uno contro uno con Vicari, a timbrare l’assist per il gol di Ilicic, che con un colpo di tacco davvero sopraffino ha toccato quota 10 gol stagionali, per la terza stagione consecutiva, a conferma di una costanza di rendimento ritrovata da tre anni a questa parte e che ormai non fa più notizia. Zapata però non si è voluto di certo accontentare di questo assist e con un destro violentissimo ha colpito l’incrocio dei pali, l’undicesimo legno colpito dalla Dea, che si è confermata ancora una delle squadre più sfortunate del campionato sotto questo punto di vista.
La SPAL nel secondo tempo ha affondato finalmente il colpo, quando Reca, al minuto 54, con uno strappo importante palla al piede, ha bruciato Toloi in velocità , per poi crossare in mezzo per uno straripante Petagna che a porta vuota non ha potuto fare altro che segnare il suo quinto gol contro il suo passato bergamasco, un gol che ha premiato una prestazione che fino a quel momento era stata la migliore tra le file degli emiliani. L’Atalanta ha ormai abbassato il suo baricentro, ha faticato a risalire nei primi quindici minuti della ripresa ed è stata ancora una volta la SPAL a colpire, questa volta con Valoti, che con un destro ad incrociare, al minuto 60, che ha coronato una partita che l’ha visto come uno dei migliori in campo insieme a Petagna e ad un commovente Missiroli. Gasperini è stato quindi chiamato a tentare il tutto per tutto, sostituendo il Papu Gomez con Malinkovski e rinunciando, dopo il gol di Valoti, a Caldara per giocarsi tutto con Muriel, nel disperato tentativo del pari. Al minuto 69 l’Atalanta ha sfiorato il gol del pari, a dir poco divorato da Pasalic in contropiede, un’occasione che descrive la prova pessima del croato. Semplici invece ha deciso nei minuti finali di affidarsi a Floccari per Di Francesco – non al meglio della condizione fisica – e a Reca per Valoti, per tentare di difendere un risultato pesantissimo in un campo difficilissimo.
L’Atalanta ha continuato a premere, ma la SPAL si è difesa con ordine e compatezza, con una parata clamorosa di Berisha su Zapata nel finale che ha blindato la vittoria pesantissima dei ferraresi, che riaprono una lotta salvezza che fino a quel momento sembrava utopica. Mentre per l’Atalanta è stata una doccia gelata, la seconda consecutiva dopo il K.O. contro la Fiorentina in Coppa Italia, una sconfitta che porta la Roma al quarto posto in solitaria per un posto in Champions League e che porta la Dea a correre ai ripari nell’attesa di ritrovare la miglior condizione fisica dei suoi uomini di punta.
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