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Manca sempre qualcosa all’Atalanta, che neanche dopo la sosta lunghissima per i Mondiali ritrova del tutto se stessa. Una squadra che non è più sbarazzina e coraggiosa, che ha perso un po’ di certezze, e che soprattutto viene affrontata diversamente dagli avversari. E sono troppi i gol presi, ancora una volta due e sarebbero potuti essere tre. E poi, manca il solito Duvan Zapata, ancora una volta costretto ad alzare bandiera bianca (stavolta dura mezzora) per infortunio. Insomma, dalla trasferta del Picco c’è soltanto una nota positiva, che poi del tutto non è per la Dea, vale a dire essere riusciti a evitare una sconfitta che sarebbe stata pesantissima oltre che meritata.
Ci ha messo del suo uno Spezia che rovina ancora tutto nei finali, in cui ha perso tantissimi punti. Altrimenti, staremmo parlando di una classifica ben diversa, forse più vicina alle zone europee che ai bassifondi. In ogni caso, per i ragazzi di Gotti, che pagano stanchezza e inesperienza, un pareggio contro l’Atalanta può far bene al morale, nonostante la doppia rimonta subita, a patto di considerare i nerazzurri come quella macchina da gol e da punti degli scorsi anni e anche dell’inizio di stagione.
Al momento, va detto, così non è: ci sono un po’ di assenze a complicare le cose, se poi Malinovskyi e Pasalic vengono tenuti in panchina per scelta tecnica, così come Zappacosta, tutto diventa più difficile. Gasp mischia le carte, ma subisce in avvio, due gol in rapida successione di Gyasi e Nzola e altre occasioni potenziali per uno Spezia devastante in contropiede e sulle ali dell’entusiasmo. Nel secondo tempo, Ampadu fa 3-0, il Var salva la Dea e a quel punto gli ospiti ci credono, quasi per inerzia che per reale convinzione. Tutto sommato, però, c’è una reazione e Hojlund segna un gran gol. Il finale è a senso unico, anche se si rischia più volte il 3-1, e il 2-2 arriva puntuale al 92′, in modo rocambolesco con Pasalic che tocca sporco dimenticato dai difensori liguri, troppo distratti ancora una volta nei finali di partita. Un punto che alla fine non accontenta nessuno.
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