Serie A

Atalanta, Gasperini. “Mi chiedo se l’emergenza fosse scoppiata a Roma o Napoli”

Gian Piero Gasperini, Atalanta - Foto Antonio Fraioli

“Sento soltanto le sirene delle ambulanze, state a casa, in famiglia, non uscite. In Lombardia siamo sufficientemente organizzati, mi chiedo cosa potrebbe accadere a Roma o Napoli. Ci adatteremo, questa è la specialità di noi italiani”. Così Gian Piero Gasperini commenta l’emergenza coronavirus in un’intervista esclusiva di Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport. Il tecnico dell’Atalanta è rientrato in Italia dopo l’impresa con la qualificazione ai quarti di Champions League. “Il passaggio da Valencia ci ha allontanati dalla realtà, lì celebravano l’arrivo della primavera e li guardavamo come pazzi. Abbiamo aperto gli occhi quando siamo rientrati in Italia. Oggi non sappiamo cosa fare, i ragazzi sono disorientati. Abbiamo solo incertezze, si giocherà la Serie A? Ho visto che hanno spostato l’Europa League, credo toccherà anche alla Champions. Vorremmo solo allenarci, non chiediamo tanto – ha proseguito l’allenatore della Dea, mettendo comunque qualche punto – Mi hanno dato fastidio le solite banalità sul mondo del calcio, sui grossi guadagni, i privilegi. Non c’erano tifosi all’aeroporto ma abbiamo ricevuto centinaia di attestati, messaggi di persone che per novanta minuti non hanno pensato che al pallone. Il calcio come antidepressivo, come forma di sopravvivenza, è così che lo considero. Bisognava andare avanti con le porte chiuse, io la penso così”.

Infine un commento sulla crescita del progetto dell’Atalanta: “Siamo un segnale di speranza. Ma io parto dal presupposto che più che sulle sottovalutazioni oggi bisognerebbe puntare il dito sulle sopravvalutazioni di certi giocatori. Gomez e Ilicic, per via dell’età, potranno anche non avere un valore di mercato elevatissimo, ma se devo scegliere tra loro e un calciatore da 50 milioni scelgo loro”.

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