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L’Atalanta è in finale di Coppa Italia per la quinta vola nella sua storia e ha una nuova occasione per conquistare l’ultimo tassello mancante per suggellare la favola calcistica del club di Percassi: un trofeo, il secondo eventualmente della sua storia dopo proprio la Coppa Italia vinta nella stagione 1962-63. Come in quella storica edizione, l’Atalanta dovrà vedersela contro una squadra torinese: il Torino in quel caso, travolto dalla tripletta di Angelo Domenghini, uno che nell’Atalanta ci è cresciuto prima di finire all’Inter e che con Gasperini avrebbe fatto la sua figura. Stavolta invece c’è la Juventus di Pirlo, affamata di trofei dopo un inizio zoppicante in campionato e con languorino scaturito dalla Supercoppa Italiana vinta contro il Napoli. Già , il Napoli. La squadra di Gattuso, dopo lo 0-0 dell’andata, perde 3-1 e può consolarsi solamente con la reazione nata dopo il 2-0 con la rimonta sfiorata e mancata con la complicità dell’intervento decisivo di Gollini su Osimhen sotto porta. Non c’è la seconda finale consecutiva per la prima volta nella storia partenopea e non c’è nemmeno quella possibile svolta stagionale per lasciarsi alle spalle i malumori. Dopo la sconfitta in Supercoppa Italiana, il Napoli viene eliminato anche in Coppa Italia e deve fare i conti con le tensioni sull’asse Gattuso-De Laurentiis e qualche passo falso di troppo in campionato.
Come del resto ha fatto l’Atalanta nell’ultimo periodo. La sconfitta contro la Lazio e la rimonta subita col Torino sembravano quantomeno aver spezzato qualcosa in quel meccanismo perfetto che è l’Atalanta di Gasperini. D’altronde i numeri non mentono. L’Atalanta ha mancato l’appuntamento con il gol solamente in una delle ultime 16 apparizioni interne di Coppa Italia, realizzando almeno due gol in tutte le altre 15 partite nel parziale. Oggi di gol ne sono arrivati tre, con le firme di Zapata e Pessina, autore di una doppietta che rilancia prepotentemente la sua candidatura agli Europei. Ma prima c’è un finale di stagione tutto da vivere tra Champions League, lotta per il quarto posto e una finale che può regalare il secondo trofeo della storia del club. Manca solo quello e a quel punto l’avventura di Gasperini sulla panchina dell’Atalanta potrà dirsi veramente completa. Un po’ come Tabanelli, il tecnico che vinse la Coppa Italia nel 1963. Anche lui dal Genoa passò all’Atalanta. E anche quella finale si giocò nella cornice di San Siro. Insomma, corsi e ricorsi storici. Per godersi il cammino verso un sogno ci si appiglia davvero a tutto.
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