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Quel gol sbagliato a porta vuota contro la Lazio in un match di Coppa Italia del gennaio 2018 appare un ricordo ormai lontanissimo e sbiadito. Perché Hakan Calhanoglu di tempo ne ha impiegato per mostrare con la maglia del Milan quelle qualità che aveva messo in mostra con il Bayer Leverkusen ma alla fine quello stesso tempo ha dato ragione a lui e a chi ha deciso di investire soldi sul suo acquisto. In un 2020 che ha sia stravolto il volto del calcio e sia permesso al Milan di tornare nei piani alti della classifica, il trequartista turco è probabilmente il protagonista assoluto al pari di un gigante come Zlatan Ibrahimovic. Con l’assenza del fuoriclasse svedese, il Milan non ha smesso di girare. Anzi, contro la Lazio ha rilanciato e conquistato una vittoria pesantissima. Lo ha fatto anche grazie al suo fulcro del gioco. In Serie A non ha mai saltato una partita e si vede. Negli unici passi falsi (se così si può chiamarli) – Verona a parte – ha sempre messo lo zampino per evitarli con un assist contro Parma e Genoa mentre contro la Roma strinse i denti e giocò (bene) pur non essendo al meglio.
A fine dicembre Calhanoglu è nei piani alti praticamente di ogni classifica speciale: è il miglior uomo assist (6) con Mertens e Mkhitaryan, è secondo (13) per passaggi chiave alle spalle del solo De Paul, quinto per numero di conclusioni verso la porta (36) e persino primo per numero di pali colpiti (4). Tanto per dimostrare che in quest’anno magico, per Calhanoglu la fortuna è tutt’altro che un elemento rilevante. Come del resto per il Milan che mai come quest’anno è riuscito nel giro di boa a mandare in gol tanti calciatori U22: ben cinque (Kalulu, Hauge, Diaz, Saelemaekers, Leao). E in un Milan baby, a spadroneggiare, oltre all’eterno Ibra, c’è anche Calhanoglu. Le statistiche delle ultime quattro partite contro Lazio, Sassuolo, Genoa e Parma in termini di centralità nel gioco sono eloquenti. Nelle ultime cinque gare Calhanoglu è risultato sempre essere il calciatore con più passaggi in avanti riusciti. Quasi sempre il doppio rispetto ad ogni miglior calciatore avversario nella classifica speciale di verticalizzazioni riuscite nei novanta minuti. La consacrazione definitiva c’è a 26 anni, al momento giusto. Per lui e per il Milan. L’altra partita ora sarà quella del rinnovo.
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