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A tre anni dall’introduzione della Var nel calcio italiano, è tempo di bilanci per il presidente Aia Marcello Nicchi che ai microfoni di Rai Radio Uno per ‘Sabato Sport’ si dice convinto della convenienza dell’apertura della sala Var unica di Coverciano: “Sarà un laboratorio che porterà progressi incredibili, il passo più importante che farà il calcio italiano nei prossimi anni. L’uniformità è quasi un’utopia ma avvicinarsi è fattibile. Sotto questo punto di vista le cose sono comunque molto migliorate e grazie alla tecnologia l’uniformità aumenterà perché nessuno potrà applicare il regolamento a sua immagine e somiglianza ma dovrà applicarlo in modo preciso secondo i protocolli”.
Nicchi è invece scettico sulla var a chiamata: “Non credo che ci sia bisogno di qualcuno che dalla panchina chieda all’arbitro di andare a rivedere certe cose, lo sa da solo che deve rivedere quello che gli viene suggerito dal Var“. Così come è pessimista sulla possibilità di un intervento degli arbitri nel post partita: “E’ quello che tentiamo di fare ma ogni volta che ci avviciniamo non mancano polemiche inconsistenti e aspre e questo ci ha fatto ritenere che non siamo ancora maturi per questo discorso“. E sulla riunificazione di Can A e B: “I margini di miglioramento erano scarsi, in questo modo c’è un incentivo per i giovani che si allenano, si preparano e studiano con quelli al di sopra di loro e di cui aspirano a prendere il posto”.
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