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“È la storia del Tottenham. Creano sempre tante occasioni e segnano tanto ma, alla fine, sbagliano sempre qualcosa per arrivare alla fine. Noi crediamo alla storia”. Chissà se in questi giorni Antonio Conte ha avuto l’occasione di ripensare alle parole di Giorgio Chiellini sugli Spurs dopo l’eliminazione inflitta dalla Juventus in Champions. Di certo se l’esperienza del tecnico pugliese nel nord di Londra è iniziata tra parole di speranza (“Una grande sfida rendere vincente questa squadra”) e si è chiusa con un’amara constatazione (“20 anni con questa proprietà e nessuna vittoria, perché?”), qualche ragione Chiellini potrebbe anche averla. Il Tottenham però è il passato e la carriera di Antonio Conte deve ora ripartire dopo una brusca frenata. Tecnicamente non è un esonero, ma una risoluzione consensuale. Quel che è certo è che Conte lascia una panchina a stagione in corso per la prima volta dal gennaio 2010, quando si dimise dalla guida dell’Atalanta. Nel 2018 il Chelsea decise di non puntare più su di lui, ma era luglio e il campionato era finito. In quella circostanza, Conte si prese un anno sabbatico, prima di ripartire alla guida dell’Inter. Farà lo stesso anche quest’anno? O ripartirà subito dalla prossima stagione? Le opzioni non sono molte e sono tutte italiane. Juventus, Milan, Inter e forse Roma. Inutile dire però che sono soluzioni difficili, alcune improbabili. La Juventus è legata a Massimiliano Allegri ancora per due anni di contratto e Max sembra ancora un punto di riferimento nella galassia bianconera, mentre Josè Mourinho ha siglato un’intesa con i giallorossi fino al 2024. Stessa durata del contratto di Simone Inzaghi, che appare però sempre più in bilico in casa Inter. Non mancarono però tensioni nell’ultimo anno di Conte all’Inter: “Quando la barca è in tempesta bisogna starci tutti sopra, senza lasciare l’allenatore o qualche calciatore affondare”, disse. Roma e Milan sono le due squadre che Conte non ha ancora allenato. Da valutare il futuro di Stefano Pioli, che ha un finale di stagione per cullare il sogno Champions. Alla fine non si esclude che l’opzione più probabile sia proprio un anno sabbatico per stare al fianco della famiglia al termine di un anno difficile.
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