“In guerra non si va suonando lo zufolo, in guerra si va sparando. Non si può usare educazione contro una classe arbitrale che ci ha dichiarato guerra. Bisogna fare guerra contro la classe arbitrale“. Così Alessio Buzzanca, giornalista di Radio Sei, parlava dopo Cagliari-Lazio 2-2. Un altro attacco alla classe arbitrale da parte dell’ambiente laziale che non è sfuggito al presidente dell’Associazione italiana arbitri Marcello Nicchi.
“Ci sono tesserati della Federcalcio che parlano di malafede della classe arbitrale: non ho sentito una parola da parte di nessuno. Un giornalista ha anche dichiarato in una trasmissione: in guerra si va sparando, bisogna sparare agli arbitri. Lo abbiamo denunciato e seguiremo gli sviluppi della vicenda, ma a seguito di questo episodio abbiamo ricevuto plichi con pallottole“, è la denuncia di Marcello Nicchi a margine della conferenza stampa convocata a Roma. Poi il presidente dell’Aia ha commentato la citazione in giudizio nei confronti degli arbitri Giacomelli e Di Bello avanzata da alcuni tifosi biancocelesti: “Vi risulta che un giocatore di Serie A, oppure Ronaldo o Messi vengano convocati da un tribunale? È una cosa gravissima. Come facciamo a mandare ad arbitrare un ragazzo sapendo che potrebbe subire questa sorte? Tra l’altro di recente si sono tenuti anche sit-in e non c’è stata una parola da parte di nessuno”.
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