Domani sera, al termine della partita tra Roma e Genoa delle 18:00 di domenica 28 maggio, il record di miglior realizzatore della Serie A in attività passerà ad Alberto Gilardino. Sì perché il detentore da ormai circa dieci stagioni, Francesco Totti, lascerà il campionato italiano e la maglia che ha indossato per venticinque stagioni. La Serie A perde 618 presenze e 250 reti, numeri che fanno di Francesco Totti il secondo più grande realizzatore della Serie A alle spalle di Silvio Piola. Un bottino ancora più impressionante se si pensa che il numero 10 giallorosso, a differenza dell’ex Pro Vercelli, non ha mai rivestito un ruolo da centravanti puro. In realtà, Francesco Totti pur figurando spesso e volentieri nei moduli come il terminale offensivo del sistema di gioco, non ha mai veramente abbandonato il suo ruolo di tuttocampista, spalle alla porta.
Sono stati tre i ruoli che Francesco Totti ha occupato prevalentemente nella sua carriera. Nella prima fase, il numero 10 è stato impiegato sia come trequartista che come ala sinistra. Il primo periodo della sua carriera è caratterizzato da un fisico longilineo che fanno di lui un giocatore rapido e brevilineo: un identikit che in futuro sarà quasi stravolto. Sintesi perfetta del primo Francesco Totti è un gol all’Aalst all’età di 19 anni in Coppa Uefa nella stagione 1994-95.
Il 1999 rappresenta una stagione importante per quello che è ormai da pochi mesi diventato il capitano della Roma. Con la fascia da capitano al braccio, Totti cresce di tono muscolare e decide di affidare i muscoli al servizio della fantasia e della sua classe cristallina. La sua tecnica viene affiancata ad un fisico statuario in un mix devastante per i difensori avversari che faticano sempre di più a contenere la sua esplosione. Un tiro al fulmicotone e una protezione della palla senza eguali sono i segni distintivi di questa seconda fase. L’anno dello Scudetto, il 2000-01, sotto la guida di Fabio Capello torna sulla trequarti. I risultati sono ovviamente devastanti: sedici gol stagionali e in doppia cifra anche per quanto riguarda gli assist. Qui la rete segnata all’Udinese nella stagione del terzo scudetto.
E’ curioso che i suoi due primi ruoli, il trequartista e l’esterno nel tridente offensivo, diventassero in seguito anche due degli ultimi della sua carriera. Zdenek Zeman, colui che decise di impiegarlo sulla fascia, non si scoraggiò dal calo fisico del capitano e al ritorno sulla panchina giallorossa nel 2012 gli affidò all’età di 36 anni gli stessi compiti di quando ne aveva 23. “Io Francesco lo conosco in quella posizione”, confessò il boemo alla stampa. La stagione fu deludente per la squadra, non per Totti che tornò in doppia cifra (12) dopo un anno di astinenza. L’esperienza di Zdenek Zeman ha allungato la carriera di Francesco Totti, gli ha permesso di aggiungere qualche anno in più. Ma non solo: sotto la guida del boemo, nel 2012, Francesco collezionò qualche prestazione memorabile come quella alla Fiorentina all’Olimpico.
Infine, Luciano Spalletti, il tecnico che inventò il Totti ‘Falso nove’, fu anche quello che curiosamente lo riportò nel ruolo originario tra le linee, sfruttandone le immense qualità da palleggiatore e da uomo assist nonostante il recente utilizzo con il contagocce. In ogni caso, se Francesco Totti ha potuto toccare quota 300 gol lo deve innanzitutto al ruolo da interprete nel 4-2-3-1. Una intuizione quella del tecnico toscano arrivata quasi per caso in un Roma-Sampdoria del 2005-06 dove in assenza di centravanti di ruolo, il numero 10 fu schierato come terminale offensivo. Francesco si avvicina all’area di rigore pur privilegiando il gioco spalle alla porta favorendo gli inserimenti del trequartista e degli esterni. Ma se c’è un gol che può riassumere il suo nuovo ruolo è quello realizzato all’Inter nella stagione 2008-09 in un mix di fiuto del gol, furbizia e tecnica.