“Tutelare il calciatore aumenta la competitività dei campionati. Il messaggio che vogliamo mandare è costruttivo. L’aumento degli infortuni è maggiore rispetto all’aumento del numero delle partite. Se la salute del calciatore resta un argomento sindacale vuol dire che stiamo sbagliando qualcosa. Tutelare la parte migliore del calcio aumenta lo spettacolo. Per la programmazione futura, sia a livello nazionale che internazionale, si deve stabilire che tipo di calcio bisogna fare. Le grandi partite e i grandi eventi non vanno ostacolati, ma vanno inseriti all’interno di un contesto molto ampio”. Così Umberto Calcagno, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, al Social Football Summit 2024 (SFS) nel suo intervento allo Stadio Olimpico di Roma. “I calciatori vogliono sempre giocare partite, ma oggi hanno il timore di non poterle disputare al massimo delle loro disponibilità. Scegliere di avere un prodotto migliore nel breve periodo, ma che si deteriora nel lungo, potrebbe non essere la soluzione. Le partite dei campionati sono sempre le stesse a livello numerico. Il problema è a livello internazionale. Alcune scelte – prosegue il numero uno dell’AIC – come il Mondiale per Club, non dipendono da noi. Se non preserviamo il merito sportivo si rischierà di avere nel brevissimo un mondo ancora più diviso. La parte più alta della nostra piramide non può non prescindere dal concetto solidaristico. La base del sistema sono i campionati nazionali. Programmare un futuro e una sovraesposizione del prodotto che offriamo ai mercati potrebbe non essere la strada migliore. Il nostro mondo rischia, per valorizzare al massimo gli introiti nel medio periodo, di proporre un prodotto non perfetto”.