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Il presidente dell’Associazione Italiana Arbitri Marcello Nicchi ha commentato le prestazioni tutto sommato positive dei due arbitri delle semifinali di ritorno, peraltro due decani come Rocchi e Orsato, spiegando quanto sia complicato per un fischietto dirigere in un clima surreale a porte chiuse e dopo tre mesi di stop: “Vorrei fare un applauso agli arbitri di A e di B perché si sono fatti trovare pronti per una ripartenza emotivamente e fisicamente difficile. Abbiamo raggiunto l’obiettivo di tornare a vedere giocare al calcio, ho parlato con i due arbitri e mi hanno detto che c’era un clima surreale, non era semplice trovare i giusti equilibri. Ciò che è emerso, e questo è importante, è collaborazione e cooperazione tra arbitri, calciatori, allenatori e dirigenti. Giocare ed arbitrare in uno stadio vuoto è più difficile che con 50 o 60mila spettatori, e devo dire che sono stati più bravi ancora perché è come un’amichevole, sono le partite più complicate da arbitrare”.
Per gli arbitri in arrivo un vero e proprio tour de force come per i giocatori: l’organico è ristretto e così di fatto i direttori di gara arbitreranno ogni sette giorni se non ogni tre. Nicchi, in ogni caso, tesse le lodi del proprio organico: “Dopo la finale di Coppa Italia giocheremo quasi tutti i giorni e saranno costretti a fare doppie designazioni. Sei designato, due-tre giorni per i controlli sanitari e poi potresti anche essere sostituito. Devono fare trasferte se possibile con mezzi propri, e anche raggiungere le sedi è stancante. Comunque sono ragazzi giovani e atletici, vedo un grande entusiasmo. Se le cose, con l’aumentare dell’agonismo, rimarranno così serene, vedremo belle partite e la gente seguirà il calcio con la stessa passione di sempre. Ce la stiamo mettendo tutta”.
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