Secondo quanto rivelato da Adnkronos, il tifoso malato terminale che ha parlato in radio confidando di sperare in una vittoria della Roma in Europa league nella finale a Dublino del 22 maggio, prima del suicidio assistito in Svizzera, non esiste. O meglio, è un vero tifoso della Roma, anche sfegatato, ma non sta male, non deve andare in terra elvetica per il fine vita e non è chiaro perché abbia contattato Tele radio stereo, una delle emittenti radiofoniche più seguite dai tifosi giallorossi, per raccontare la sua storia, che sarebbe dunque inventata, mettendosi anche a piangere.
In diretta a Te la do io Tokyo, il tifoso, che si è presentato col nome di Edoardo, ha dichiarato al conduttore Marione: ”Ho già preso accordi con una clinica in Svizzera, che mi ha mandato le date. Gli svizzeri sono strani, è come se stessi organizzando una gita a una spa. Una delle date che mi hanno proposto è il 22 maggio. E nella mia testa è scattato qualcosa, mi sono detto ‘Ma io il 22 maggio ho qualcosa da fare’. Poi mi sono ricordato, è la finale di Dublino”. Una storia commovente che ovviamente ha subito fatto il giro del web, e che ha portato persino Daniele De Rossi a parlarne in conferenza: ”Daremo tutto per quel tifoso e per tutti gli altri. La questione ci ha toccato e la società sta cercando di rintracciarlo, a patto che lui lo voglia”.
Ma nessuno lo rintraccerà mai, spiega Adnkronos. O meglio, se qualcuno dovesse contattarlo, Edoardo (è realmente il suo nome) dovrebbe spiegare perché abbia inventato tutto. A quanto risulta infatti all’agenzia di stampa Adnkronos, infatti, ha una moglie con la quale si è sposato neanche un anno fa, “una donna erede di una ricca e famosissima famiglia”. E la sua storia è falsa, con alcuni dettagli reali, come il fatto di possedere dei cani.
Sulla vicenda è intervenuto il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi: “Probabilmente non ci sono estremi di reato e mi spiace ma se è vero che il tifoso della Roma terminale era un fake è un’offesa alle tante persone che stanno male davvero. Anche io mi ero commosso ascoltando quella telefonata. Mi chiedo fin dove possa arrivare la stupidità umana”.
Successivamente, il tifoso ha parlato ad Adnkronos e ha ‘confessato’ di aver ingigantito la sua storia personale: “Viviamo in una società in cui se stai male devi piangere e piangerti addosso. Se agli altri appari come uno che ride, che scherza, allora non può essere vero che soffri. Se uno sbaglio l’ho fatto è che ho definito ‘terminale’ la mia malattia, anche se poi mi sono corretto, per fortuna. La mia non è una malattia terminale ma comunque è cronica e incurabile. Ci convivo da anni e ho iniziato una cura sperimentale che mi costringe ad andare fuori Italia. Però in Svizzera al momento non vado… Il fine vita? E’ un pensiero per me estremamente rilassante, per questo l’ho citato. Io tengo duro per i miei affetti, per mia moglie, ma con questa malattia cronica che mi distrugge la vita quotidiana, con il medico che mi ha sempre assistito e operato e mi ha detto che non c’è nulla da fare… ecco, viene da pensarci. Quello che ho lo sanno i miei genitori, due dei miei amici più cari e mia moglie, che perfino l’anno scorso, quando ci siamo sposati, mi ha curato amorevolmente al bagno all’oscuro degli invitati, naturalmente ignari di tutto. Quella telefonata alla radio, che mai avrei pensato avrebbe suscitato tanto scalpore, l’ho fatta perché mi faceva ridere che, pur in una situazione dolorosissima, il mio pensiero fosse sempre alla Roma, come pure oggi. Io scherzo sempre, la leggerezza mi aiuta. Per questo tanti amici che hanno sentito il mio intervento in diretta alla radio mi hanno preso per pazzo, riconoscendo la mia voce. Mi hanno chiamato in tanti, increduli di cosa nascondo”.