40 minuti di niente, poi il secondo tempo è quantomeno una partita di calcio, di quelle brutte però. E alla fine, le luci a San Siro lasciano spazio soltanto ai fischi, per un match in cui ha vinto la paura di perdere e la voglia di non prenderle, e che fa male sia al Milan che alla Juventus, anche se probabilmente allenatori, giocatori e ambiente penseranno o diranno il contrario. Invece, seppur imbattuta, la Vecchia Signora ha fin qui pareggiato più partite di quelle vinte e perderà terreno rispetto alle prime della classe, visto che è già sesta e tale resta, mentre il Diavolo che doveva recuperare posizioni e punti, si arena ancora con il secondo pari di fila.
Thiago Motta decide di stupire e schiera McKennie e Koopmeiners (ormai un caso visto le prestazioni deludenti e i numeri pessimi) nel ruolo di punta e sottopunta interscambiabili, ma non è una scelta lungimirante. Stupisce anche Fonseca, che tiene fuori Pulisic per oltre settanta minuti, evidentemente stanco dopo le fatiche con gli Usa, al suo posto c’è il connazionale Musah. Il primo tempo è tutto fuorché indimenticabile, succede ben poco e la stima tra le due squadre è tanta, forse troppa. Un Milan che ci prova principalmente a folate, più ragionata invece la manovra della Juventus, attendista e pronta a cercare spazi. Che però non ci sono o vengono sfruttati male. E così, consapevoli che uno squillo stasera può aprire importanti scenari di classifica, nella ripresa le due squadre si prendono qualche rischio in più, ma è pur sempre il minimo sindacale. Questo campo un mesetto fa aveva assistito a Inter-Juventus, siamo distanti anni luce e le difese fanno buona guardia fino agli ultimi minuti in cui è il Diavolo a prendere leggermente di più l’iniziativa, con la Vecchia Signora che si chiude bene a riccio. Alla fine, il Milan stavolta non vince il big match decisivo, la Juventus invece come ha già ampiamente abituato queste partite le pareggia e senza offrire spunti.