Continuare a giocare? Per ora ce lo chiede l’Europa. L’Uefa non sembra intenzionata a fermare le Coppe e sono cinque, al momento, le italiane coinvolte, tutte con discrete chance di approdare ai quarti di Champions ed Europa League. Ma all’interno dei confini nazionali è ormai arrivato il tempo del duro confronto tra le componenti per arrivare alla sospensione di tutti i campionati. Il Governo, nonostante il dietrofront del ministro Spadafora, ha concesso la libertà di giocare a porte chiuse nel decreto legge in vigore dall’8 marzo al 3 aprile, ma la linea sembra quella legata allo stop al calcio. Linea condivisa anche dal Coni e dalla Figc. Anche l’Assocalciatori, in maniera ferma, ha chiesto un passo indietro per far fronte all’emergenza, al di là delle singole posizioni di ciascun calciatore, spesso legate a quella dei club. Ecco, proprio le società stanno cercando di capire come muoversi per conciliare l’interesse primario, quello che riguarda la salute di tutti, e quelli secondari, che siano sportivi o economici.
IL PARADOSSO – O entrambe le cose, come nel caso delle Coppe. Fermare il campionato italiano porterebbe a un grave paradosso in campo europeo, con l’Uefa che per il momento vuole far giocare i match, se è il caso a porte chiuse, come per esempio Valencia-Atalanta o Inter-Getafe. Le due squadre nerazzurre lombarde si trovano nelle zone rosse dalle quali è possibile uscire soltanto in caso di gravi e indifferibili motivi lavorativi. E’ stato appurato che i match di calcio rientrino tra questi, ma in caso di sospensione della Serie A per serie ragioni legate al rischio del propagarsi del coronavirus, come potrebbe giustificare la Figc la partecipazione di alcune delle squadre del massimo campionato nei match europei di Champions ed Europa League? E come reagirebbe l’Uefa al blocco della Serie A ma non della presenza delle stesse squadre – considerate a rischio nei confini nazionali – nelle coppe europee? Potranno eventualmente le italiane giocare in campo neutro (neanche Malta ha accettato l’eventuale presenza della Juventus per ospitare il Lione)? Insomma, due pesi e due misure verrebbe da dire, anche in virtù del fatto che il forfait delle italiane in Europa sembra un’ipotesi decisamente impraticabile e inaccettabile dagli stessi club.
ACCORDI E DISACCORDI – E’ anche e soprattutto di questo, dunque, che si parlerà nel consiglio straordinario della Federcalcio in conference call. La posizione della Lega Serie A di Dal Pino sembra quella di continuare (la Lazio in testa), in accordo col decreto governativo, a oltranza e fino a che sarà possibile farlo, allineandosi con gli altri campionati europei che sembrano ben lungi dal fermarsi. Gran parte delle altre componenti, però, chiederanno lo stop immediato e probabilmente lo otterranno. In tal caso, via libera al paradosso: l’Atalanta giocherà regolarmente (a porte chiuse) a Valencia e si spera possa ottenere per la prima volta nella storia il pass per i quarti di Champions. In tal caso, potrà giocarli pur stando ferma a oltranza in Italia? Una domanda alla quale al momento, in pieno caos, sembra impossibile rispondere.