Fossero stati trofei, le sue squadre sarebbero tra le più titolate al mondo, roba da far invidia al Real Madrid o al glorioso Brasile. Ma la sua collezione non è fatta di coppe o medaglie, bensì di allenatori: esonerati, cacciati, diseredati, bistrattati, al ritmo di uno ogni sei mesi. Lui, Maurizio Zamparini, presidente del Palermo, di “mangia-allenatore” non vuol proprio sentire parlare, ma sono i numeri che parlano da soli: 58 esoneri per 48 tecnici in 29 anni di presidenza nel mondo del calcio. Da Venezia, stagione 87/88, a Palermo, 2015/2016, niente è cambiato. Eppure dalle sue parti sono capitati fior fior di allenatori, che poi hanno fatto fortuna altrove: vedi Cesare Prandelli, Luciano Spalletti o Alberto Zaccheroni.
L’era Venezia. Ad avere l’onore di esser stati i primi della lunga lista sono Fabbri e Cerentola che guidarono il Venezia nella stagione 87/88, poi Pasinato (89/90) e l’ex terzino del Milan, Sabadini. Tra il ’91 ed ’93 Zaccheroni sale e scende dalla panchina dei lagunari come da una giostra. Prima lascia il posto a Rino Marchese, poi torna in sella, cede per un pezzo a Maroso ed infine torna nuovamente. Nel 94/95 è il trio Ventura-Maifredi-Geretto a ballare il valzer sulla panchina. Negli anni seguenti si alternano Bellotto, Marchioro, De Vecchi, Fontana, fino ad arrivare a Spalletti che, a cavallo del nuovo millennio, viene sostituito da Materazzi, poi richiamato ed infine esonerato a favore di Oddo. Con il trio Prandelli, Buso e Magni si chiude l’esperienza veneziana di Zamparini, che a luglio 2002 apre l’era rosanero.
Giostra Palermo. Ma anche a Palermo il patron friulano si porta dietro il suo inconfondibile stile. Dal Cittadella prende lo spumeggiante Ezio Glerean, fautore di un calcio talmente champagne che alla prima di campionato viene subito sostituito da Arrigoni. A sua volta, Arrigoni viene esonerato a febbraio 2003. Al suo posto arriva Sonetti. La stagione del ritorno in serie A, 2003/2004, inizia con Baldini e prosegue con Guidolin che porta il Palermo in Coppa Uefa e dura fino all’estate 2005. Tornerà nel 2007, ma prima di lui c’è il tempo di vedere all’opera Delneri e Papadopulo. Nella stagione 2006/2007 Guidolin parte forte. Con un super Amauri conquista la testa del campionato, ma a dicembre l’italo-brasiliano si infortuna ed il Palermo inizia a calare. Zamparini pensa bene di affidare la squadra al duo Gobbo-Pergolizzi ma ben presto si rende conto che è meglio tornare al passato. È questa una costante nella sua storia, il ripensamento. Ritorna quindi Guidolin, poi Colantuono nella stagione seguente, nuovamente Guidolin e nuovamente Colantuono. Nel 2008 arriva Ballardini a sostituire il tecnico romano, ma Zamparini causa in lui un nuova patologia, lo “stress da presidente”. Il tecnico ravennate in estate non ce la fa e molla. Arriva Zenga ma dura poco. Dura di più Delio Rossi che fa scintille col presidente ma ottiene buoni risultati ed alla fine è questo che conta, quindi dura. A parte una breve parentesi con Serse Cosmi, il Palermo di Rossi gioca bene e raggiunge la finale di Coppa Italia, persa poi con l’Inter. A fine contratto, però, il tecnico ex Lazio preferisce lasciare. L’anno seguente si alternano Pioli, Rossi, Mangia ed infine Mutti. Il 2012, l’anno della retrocessione, Zamparini fa e disfà: Sannino, Gasperini, Malesani, di nuovo Gasperini, nuovamente Sannino per la retrocessione. In serie B, parte Gattuso sostituito poi da uno degli allenatori che più hanno resistito alla corte di Zamparini, Beppe Iachini. Con lui arriva la promozione, un buon campionato in serie A fino a questa stagione. Il resto è storia moderna: Ballardini, Viviani-Schelotto, Tedesco-Schelotto, Bosi-Tedesco ed adesso il ritorno del figliol prodigo, Beppe Iachini. I due si sono giurati amore proprio ieri, la sera di San Valentino. Come con Guidolin e Rossi, anche stavolta è venuto fuori il lato romantico e nostalgico di Zamparini: i vecchi amori non si dimenticano, e forse sono anche i migliori.