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“Quando e a che condizioni si tornerà ad allenarsi? Bisogna arrivare per gradi a questa risposta, perché il Paese e il mondo sono alle prese con una drammatica emergenza sanitaria”. Maurizio Casasco ha parlato così in un’intervista al Corriere dello Sport, spiegando che è difficile indicare una data per la ripresa degli allenamenti delle squadre di calcio, vista la difficile situazione in Italia per l’emergenza coronavirus. Protocollo Fmsi pronto? Ci stiamo lavorando, ma non potrà essere ufficializzato prima dell’indicazione di una data del ritorno all’attività – ha ribadito il presidente della federazione medico-sportiva italiana ed europea -. E questo viene dopo gli altri problemi. Prima la salute, poi l’economia. Avevamo raccomandato non prima del 3 aprile come termine in cui si sarebbe potuto cominciare. Penso che l’andamento epidemiologico, le terribili statistiche e le evidenze scientifi che in continuo divenire ci suggeriranno l’eventuale decisione da prendere. Solo a quel punto diffonderemo ufficialmente, sulla base delle ultime informazioni scientifi che, un protocollo che indichi le condizioni per il ritorno all’attività sportiva”.
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“L’Italia è scossa da una crisi drammatica – ha affermato Casasco -. Ora al primo posto c’è la salute. Ma arriverà un momento in cui il Paese si dovrà rimettere in moto. Il tema della ripartenza non può far mettere lo sport professionistico, che pure rappresenta un asset importante, davanti ad altre attività essenziali che in questo momento sono prioritarie. E non parlo solo delle filiere alimentari, delle attività legate ai bisogni della sanità e della logistica d’emergenza. Non possiamo pensare a fughe in avanti. Direi che la formula possa essere questa: allineamento geometrico alle decisioni che il governo e l’Oms formuleranno nell’ambito del nostro sistema Paese. Si è fermata la Formula Uno con interessi colossali, si fermano pezzi dell’economia. Si dovrà ripartire mettendo in conto tutto, ci sarà un equilibrio da raggiungere, altrimenti dall’emergenza sanitaria si passerà all’emergenza sociale di cui si sentono già le avvisaglie. Dobbiamo ricominciare tutti insieme, lo deve fare l’Italia. Lo sport non può e non deve correre da solo”.
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