Si conclude 1-1 la sfida del San Paolo tra il Napoli e la Lazio, valida per la 12ª giornata di Serie A. La partita si decide nella ripresa, in appena in ottantasette secondi, quando al gol del vantaggio di Marek Hamsik risponde la rete del pareggio firmata da Balde Diao Keita. La squadra partenopea cicca nuovamente la vittoria, dopo la sconfitta con la Juventus e il pareggio in Champions League. Quella biancoceleste, invece, centra il settimo risultato utile consecutivo che le permette di rimanere sopra il Napoli e di confermare il quarto posto in classifica.
NAPOLI (4-3-3)
Reina 5
La Lazio non crea particolari pericoli nel primo tempo, nella ripresa è bravo su Immobile, ma disastroso sulla conclusione di Keita. Il pareggio laziale è colpa sua.
Hysaj 6
Con Callejon prova spesso a combinare non facendo mai mancare la spinta offensiva. Nella ripresa prova anche la soluzione personale, ma Marchetti ci mette i guantoni dicendo no.
Chiriches 5.5
Keita lo sorprende con il suo rapido movimento di gambe, l’unica pecca di una partita giocata bene, ma che costa cara al Napoli
Koulibaly 6.5
Dalle sue parti non si passa, Felipe Anderson lo capisce già dopo pochi minuti quando una scivolata del difensore partenopeo gli toglie la sfera mentre cerca di puntare la porta di Reina. Gli attaccanti della Lazio cercano di evitarlo, lui è ovunque.
Ghoulam 6.5
Dalla sua parte partono tutte le azioni offensive del Napoli, favorite dall’asse Felipe Anderson-Basta che deve ancora registrare i movimenti. Lui spinge senza preoccuparsi di difendere, arriva al cross con facilità e crea parecchi grattacapi alla difesa biancoceleste.
Zielinski 6
Si piazza in mezzo al campo al fianco di Diawara, ma con licenza di offendere. Ci prova un paio di volte, ma trova sempre il portiere biancoceleste a negargli il gol.
Diawara 6.5
Classe ’97, ma gioca da veterano. Dai suoi piedi partono tutte le azioni del Napoli, quelle avversarie vengono spesso interrotte dai suoi recuperi. Sbaglia qualcosa, ma nessuno è perfetto, soprattutto a 19 anni.
Hamsik 7
Il suo lavoro tra le linee è prezioso quanto fondamentale, il gol è l’attuazione del ruolo secondo le idee di mister Sarri. Bravo a realizzare la rete che porta in vantaggio la sua squadra, un vero trascinatore. (dall’87’ Allan sv)
Callejon 6
La mancanza di un attaccante vero lo penalizza, nessuno gli crea lo spazio per gli inserimenti in cui è letale. Prova a travestirsi da uomo assist, ma nessuno riesce a sfruttare i suoi suggerimenti. (dall’80’ El Kaddouri sv)
Mertens 6.5
Il più positivo del trio d’attacco del Napoli, una spina nel fianco. Prova sempre a impensierire i difensori laziali, il suo tipico movimento a rientrare fa sempre effetto. Gli manca solo il gol.
Insigne 5.5
Spesso propositivo, nella sua zona si concentrano la maggior parte delle azioni partenopee, soprattutto nel primo tempo. Cerca spesso la soluzione vincente, ma non la trova mai. (dal 66′ Gabbiadini 6: entra bene in partita, ma non riesce a sfruttare le occassioni che gli capitano)
All. Sarri 5.5
Continua a schierare i suoi con il falso nueve, Gabbiadini sembra definitvamente bocciato. Ci si aspettava il ritorno alla vittoria, ma stecca ancora. I punti di ritardo dalla Juventus, domenica sera, potrebbero già essere troppi per coltivare sogni scudetto.
LAZIO (3-5-2)
Marchetti 7
Sempre attento per tutti i novanta minuti, dalla sua porta non si passa, nonostante i numerosi tentativi del Napoli. Non ha colpe sul gol di Hamsik, le belle parate su Hysaj e Zielinski strappano anche gli applausi.
Basta 6
Nel primo tempo soffre un ruolo non suo, quello del centrale di difesa. Nella ripresa torna a fare il terzino destro e la prestazione del serbo sale di livello, sbarra spesso la strada a Insigne.
Wallace 6.5
L’esame con il Napoli certifica la sua crescita costante. Si rende protagonista di una buona prestazione, spesso fondamentale a sventare le occasioni partenopee con anticipi puntuali. Fortuna che Wallace c’è.
Radu 6
Alterna ottimi interventi, come la chiusura su Mertens nel primo tempo, a clamorosi errori, come quando perde Gabbiadini nella ripresa. Fa e disfa, insomma, ma ci mette l’esperienza per mantenere compatta la difesa biancoceleste.
Felipe Anderson 6
Assolutamente penalizzato nel primo tempo dalle scelte tattiche di Inzaghi: fare l’esterno a centrocampo, con il compito di rientrare e dare una mano alla difesa, non è cosa per lui. Nella ripresa avanza nel tridente, e trova maggiore lucidità quando arriva nell’area avversaria.
Milinkovic-Savic 6.5
Il tecnico Inzaghi lo ha voluto in campo a ogni costo, a prescindere dalle scelte tattiche, a ragion veduta. Il serbo è possente in fase difensiva, non perde un contrasto a centrocampo, prova spesso gli inserimenti. E poi ha personalità da vendere, nonostante i suoi 21 anni.
Biglia 5.5
Aveva confessato di non essere al 100% della condizione fisica, il rientro da titolare – dopo il grave infortunio – lo dimostra. Il registra gioca da fermo, non ingrana mai la marcia giusta per dirigere il gioco biancoceleste, sbaglia qualche passaggio di troppo. E non è da lui.
Parolo 6
Tanta corsa come al solito, il motorino del centrocampo laziale è sempre lui. Pericolo negli inserimenti, è importante anche in mezzo al campo: quando c’è da fare legna difficilmente si tira indietro.
Lulic 5
Sbaglia tutto ciò che è possibile sbagliare. Idee, passaggi, cross. Non è proprio la sua serata, e pensare che il tecnico biancoceleste ha messo in campo un centrocampo a cinque pur di non rinunciare al bosniaco. (dal 77′ Patric sv)
Keita 7
E’ una costante spina nel fianco per la difesa del Napoli, svaria sulle due fasce e non dà punti di riferimento. Il suo dribbling è sempre ubriacante, come in occasione del gol del pareggio laziale, maturato con un tiro sul primo palo per la sua quarta rete stagionale. (dall’82’ Djordjevic sv)
Immobile 6
Per una volta non segna e già questa è una notizia. Fa a sportellate con tutta la difesa napoletana, ma troppo spesso viene lasciato solo. Come al solito si sacrifica per la squadra e avrebbe anche l’occasione giusta, ma Reina gli dice no. (dall’87’ Lombardi sv)
All. Inzaghi 6.5
Il 3-5-2 non sembra la veste perfetta per la Lazio, perché costringe Basta e Felipe Anderson a giocare fuori ruolo. Nella ripresa torna al solito 4-3-3 e gli automatismi cominciano a vedersi. La sua squadra sa soffrire, tenere botta e reagire allo svantaggio in soli due minuti. Un pareggio al San Paolo è tutto sommato un bel capolavoro.