“Abbiamo creato azioni in contropiede. Come conseguenza dell’essere sotto pressione per ottenere la vittoria, sapevamo che avremmo potuto concedere delle occasioni. In questi casi, hai bisogno che gli dei del calcio siano dalla tua parte e stasera non erano dalla nostra parte”. Lo ha detto il ct della Scozia, Steve Clarke, dopo la sconfitta al minuto 100′ che ha condannato la Tartan Army all’eliminazione come ultima nel girone, spingendo l’Ungheria al terzo posto e dunque con la speranza di raggiungere gli ottavi: “È stata una partita con un solo gol, il primo tempo è stato quello che è stato. Abbiamo dominato nel possesso palla, ma non abbiamo creato abbastanza. Quando abbiamo spinto alla fine, abbiamo creato, ma non siamo riusciti a trovare la calma per metterla in rete. A volte, dopo una sconfitta del genere, serve un po’ di tempo per digerire tutto e capire perché la partita è andata in quel modo”, ha aggiunto ai microfoni dell’Uefa.
E ancora: “Il loro gol diventa un po’ irrilevante perché rischiavamo tanto per vincere la partita, visto che eravamo e siamo convinti che due punti non siano sufficienti per passare alla fase successiva. Storicamente non sono stati sufficienti quindi abbiamo dovuto provare a vincere la partita. E così abbiamo perso”, ha spiegato laconico.
Quindi una riflessione amara: “È un gioco crudele. Ci ho giocato per molto tempo. So bene quanto sia un gioco crudele. Devi soffrire e noi soffriamo con l’esercito Tartan, soffriamo con le persone a casa in Scozia, soffriamo tutti allo stesso modo, ma poi devi leccarti le ferite e ripartire”.