Calcio

Santacroce: “Napoli la mia città, non potevo tradirla andando alla Juve. Mi voleva il Barcellona”

Esultanza Napoli - Foto Antonio Fraioli

Fabiano Santacroce ha rilasciato un’intervista a Ilposticipo.it, toccando vari temi tra presente, passato e futuro: “A Napoli ci sono i migliori giovani d’Italia, qui esiste ancora il calcio nostalgico che ci piace. Ho scelto di fermarmi in questa città, qui sono nate le mie due figlie. Napoli ha vissuto due giorni di lutto dopo la morte di Maradona. Diego significava riscatto per tante persone – ha detto l’ex Napoli e Parma – Una volta Guardiola venne al San Paolo per vedere da vicino me e Hamsik. Mi faceva piacere che club forti come il Barcellona mi volessero. Alla Juventus invece non sarei mai andato. Sarebbe stato come tradire la mia famiglia, volevo restare al Napoli. Se non mi fossi infortunato alle ginocchia probabilmente sarei stato convocato per il Mondiale 2010. Lo sognavo, ma purtroppo uscii dal giro“.

Da giocatore avrei voluto una persona al mio fianco che mi aiutasse. Adesso cerco di mettere la mia esperienza a disposizione dei ragazzi. Vengo da una famiglia di sportivi, mio cugino ha preso la cittadinanza giapponese ed ha giocato i Mondiali 2022, mentre mio zio ha militato nella Serie A brasiliana – ha proseguito Santacroce, che poi ha parlato del Napoli di Gattuso – Ho sempre difeso Rino. Ha commesso qualche errore, ma ha avuto tanti problemi sia personali che a livello di squadra. Non è stato difeso a dovere. Questo Napoli può battere chiunque, ha un’ottima rosa“.

Infine, sulla Superlega: “Il calcio sta diventando insostenibile. Senza debiti è impossibile stare ad alti livelli, salvo poche eccezioni. E’ necessaria una rivoluzione che premi anche squadre com Atalanta o Sassuolo e non solo chi ha una determinata storia“.

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