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“Ringrazio tutti per l’affetto e i messaggi di sostegno che ho ricevuto, questa città mi ha sempre amato e rispettato. Tanti amici del calcio sanno che non è stato un momento facile e sono stati molto importanti, mi hanno aiutato per farmi uscire prima possibile da questa tormenta”. Parla così Ronaldinho, costretto ai domiciliari ad Asuncion, in Paraguay, dove l’ex giocatore di Barcellona e Milan tra le altre sta scontando la pena dopo alcune settimane passate in carcere per via di un arresto a causa di documenti falsi.
A complicare le cose è stata la pandemia di coronavirus: “Stiamo vivendo una pandemia che ha compromesso totalmente la stagione, non possono immaginare stadi vuoti e senza l’energia dei tifosi”, spiega al Mundo Deportivo non perdendo mai il proverbiale sorriso: “Non è stato sempre facile, ma ho cercato di portare sempre la mia allegria facendo quel che so fare, giocare al calcio, mi rendeva triste non far felice la gente”. Un periodo buio per Ronaldinho, ancora ai domiciliari, ma la speranza per il Gaucho è che quest’incubo possa terminare presto: “Sono stati giorni molto difficili, adesso spero solo che tutto torni come prima”.
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