Reduce dalla vittoria esterna a Carpi e da quattro vittorie consecutive in campionato, Luciano Spalletti ha parlato al quotidiano spagnolo As nella vigilia della gara d’andata di Champions League tra la sua Roma e il Real Madrid. “Io alleno la Roma, non solo Totti, il mio obiettivo primario sono i risultati e faccio le mie scelte in funzione di questo, non in funzione dalla storia di un giocatore“. Non ha usato mezzi termini il tecnico giallorosso per spiegare quali sono le sue intenzioni future né per ribadire quanto ami oramai questa società. “La Roma stava vivendo un momento difficile e hanno deciso di cambiare. Ma per me hanno sbagliato perché, e l’ho visto all’estero, un allenatore non si discute per qualche risultato negativo, bisogna aspettare. In Italia si cambiano troppi allenatori, che invece andrebbero sostenuti. Essere tornato alla Roma e’ una sensazione meravigliosa, solo chi lo ha vissuto può capirlo. Sono un tifoso della Roma, ti entra nel sangue“. Francesco Totti è stato il giocatore cardine e simbolo della grande Roma di Spalletti, ma ad oggi per via di infortuni e scelte tecniche, il capitano giallorosso ha totalizzato con l’allenatore di Certaldo una sola presenza entrando dalla panchina nella ripresa contro il Frosinone. “Com’e’ il nostro rapporto? Dal mio punto di vista e’ perfetto – afferma Spalletti – Per ora dobbiamo raschiare il fondo del barile per riportare la Roma a un livello in cui possiamo cominciare a fare altri ragionamenti. Fino ad allora non c’e’ spazio per i sentimenti: solo lavoro, forza e corsa. Io rispetto la sua storia e la sua qualità ma ho bisogno di fare risultati”.
L’allenatore si sofferma anche su un altro simbolo della squadra capitolina, Daniele De Rossi. “Può fare sia il difensore che il centrocampista, è nel pieno della sua maturità”. La testa però è inevitabilmente alla partita di domani contro i “galacticos”. “Se possiamo battere il Real? Sicuramente non chiederemo un certificato medico per non giocare” dice scherzando il tecnico toscano. Sulla panchina dei “blancos” siede Zinedine Zidane, che Spalletti conosce molto bene e al quale riserva belle parole. “Ha dato molto al calcio, lo ricordo bene alla Juve. Un giocatore fantastico, un leader e quando sei così, con questo carattere, è più facile diventare allenatore. Ha il rispetto di tutto il mondo e questo lo aiuta nell’impatto col suo nuovo ruolo, è un grandissimo. Basta il carisma? Bastano la personalità e il mettere al posto giusto i giocatori per sfruttare al massimo la loro qualità, questo ti fa guadagnare il rispetto. L’importante e’ non mentire ai giocatori”.
Infine una chiusura su Carlo Ancelotti, ex tecnico del Real molto apprezzato sia da Spalletti che da Zizou, suo vice fino a quando Carletto è rimasto sulla panchina delle “merengues”. “E’ il mio grande maestro, stava facendo al Real qualcosa di geniale, come fa sempre dovunque vada ad allenare. E’ il miglior tecnico che abbiamo in Italia e qui abbiamo la scuola di allenatori migliore. Da lui ho imparato tutto, ogni volta che ceno con lui cerco di carpire tutto il possibile di quello che mi dice sul calcio, e’ una grande persona e un grande allenatore”.