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“Capisco i controlli e la sicurezza ma con le barriere lo stadio è vuoto. Serve una soluzione alternativa”. Questo il pensiero del tecnico della Roma Luciano Spalletti sulle barriere introdotte lo scorso anno nelle curve dell’Olimpico per questioni di sicurezza. “Solo in un caso la barriera è permessa: quando tira le punizioni Totti – ha aggiunto Spalletti con una battuta nel suo intervento durante l’incontro “La legalità rompe le barriere: lo stadio Olimpico tra presente e futuro” nell’Aula magna dell’Università La Sapienza di Roma – In ogni caso noi sappiamo bene cosa succede fuori dallo stadio e questo ci crea problemi. Io ho dovuto cambiare le regole dello spogliatoio: ho sempre vietato i cellulari ma i calciatori sono preoccupati per le proprie famiglie, vogliono sapere se sono arrivate allo stadio e stanno bene, altrimenti non giocano tranquilli. E per me questo è fondamentale. Quindi ho cambiato questa regola e consento ai ragazzi di tenere il cellulare fino alla fine”.
“Se è necessario prendere provvedimenti negativi come le barriere in curva per esigenze di sicurezza in un momento di contingenza, è altrettanto importante fare un percorso verso la legalità . Le barriere vanno eliminate, chi delinque deve prendersi le proprie responsabilità e pagarne le conseguenze”. Lo ha dichiarato il direttore generale della Roma Mauro Baldissoni durante l’incontro “La legalità rompe le barriere: lo stadio Olimpico tra presente e futuro” nell’Aula magna dell’Università La Sapienza di Roma. “Il tifo non è una cosa negativa da debellare, non dobbiamo passare questo messaggio – ha aggiunto Baldissoni – Noi stiamo lavorando sulla percezione culturale dell’evento stadio con alcuni messaggi, tra cui il progetto ‘A scuola di tifo’ con il quale abbiamo anche portato 600 bambini allo stadio per Roma-Chievo”.