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A distanza di novanta giorni dalla condanna di nove anni di reclusione inflitta il 23 novembre 2017, vengono rese note le motivazioni della sentenza che ha dichiarato Robinho colpevole di uno stupro di gruppo avvenuto a Milano nel 2013. Il calciatore all’epoca in forza al Milan fu protagonista secondo l’inchiesta di una violenza sessuale ai danni di una ragazza albanese nei pressi di un locale della movida meneghina; lì, come spiegano i giudici nella sentenza,“umiliò la vittima, deridendola e mostrando dispregio nei suoi confronti”, fatto che ha aggravato la posizione del calciatore brasiliano.
Queste le motivazioni della sentenza dei giudici della nona sezione del tribunale di Milano nei confronti del giocatore attualmente di proprietà del club turco del Sivasspor: “Si deve dare rilievo particolarmente negativo ai toni e alle espressioni utilizzate nel commentare gli eventi, nel descrivere la ragazza con epiteti umilianti e termini spesso crudi e sprezzanti, segni inequivocabili di spregiudicatezza e quindi di consapevolezza di una futura impunità; tale consapevolezza ha indotto gli imputati persino a ridere più volte dell’accaduto, evidenziando così un assoluto dispregio per la condizione della vittima, esposta a ripetute umiliazioni, oltre che ad atti di violenza sessuale mediante abusi particolarmente invasivi, e con un’assoluta sopraffazione fisica della vittima”.