La Corte Suprema del Brasile si pronuncerà su Robinho il 20 marzo. Come è noto, l’ex calciatore brasiliano, ammirato in Serie A con la maglia del Milan, è stato condannato per stupro in Italia a nove anni di carcere dal Tribunale di Milano. L’ex attaccante, però, si trova in Brasile, paese che notoriamente non è acconsente all’estradizione di propri cittadini verso altri paesi. Per questo motivo, per capire se sconterà la pena e se la sentenza italiana sarà resa operativa anche nel paese sudamericano, bisognerà attendere il verdetto al termine dell’udienza in programma il 20 marzo presso il più alto grado di giustizia brasiliano, il Tribunale Supremo Federale (STJ), equivalente della nostra Corte di Cassazione.
La Procura brasiliana ha dato ragione alle istituzioni italiane, spiegando – riporta l’Ansa – che “tutti i requisiti legali e procedurali adottati dal Brasile in materia di trasferimento delle esecuzioni penali dall’Italia sono stati soddisfatti. Tale procedura e rispetta sia la Costituzione federale che l’impegno del Paese nella repressione della criminalità e nella cooperazione giudiziaria”. Robinho è al momento libero nel suo paese: se la corte suprema stabilirà l’omologazione della condanna ricevuta in Italia allora sconterà la pena nel suo paese, altrimenti resterà in libertà .