Calcio

Roberto Mancini: “Leicester? Zero contatti. All’Inter ho rifiutato il rinnovo”

Roberto Mancini - fotomenis.it

L’ex allenatore dell’Inter Roberto Mancini ha parlato, in una intervista di Radio Deejay, dell’esonero di Ranieri e del Leicester ed è tornato, anche, al suo addio con la squadra nerazzurra.

Nelle ultime ore è circolata una indiscrezione che avrebbe visto l’allenatore italiano come nuovo allenatore della squadra inglese ma Mancini nega ogni contatto al riguardo: “Mai parlato con nessuno. Sono già stato lì, ho giocato cinque gare lì da calciatore”. L’allenatore prende l’occasione per lodare il lavoro fatto da Claudio Ranieri nella scorsa stagione: “Mi ha sorpreso. Quello che ha fatto Claudio l’anno scorso è incredibile. Il momento della squadra è particolare, ma un tecnico come Ranieri poteva essere la persona giusta per portare la squadra alla salvezza”.

Secondo Mancini la situazione del Leicester è complessa per vari motivi: “Il miracolo è stato fatto l’anno scorso, perché due anni fa si salvò all’ultima giornata. Quest’anno tutte le situazioni sono negative, mentre l’anno scorso andava tutto bene. Il calcio è anche questo. Aver vinto la Premier avrà appagato qualcuno, ci può stare. Poi hanno perso Kanté, un calciatore fondamentale. Potevano tenere Ranieri, ho letto che i calciatori hanno chiesto l’esonero ma ci credo poco”. I calciatori quindi secondo l’ex mister nerazzurro non si sarebbero ribellati al loro tecnico: “Non credo a questa cosa. Non ho mai visto un calciatore giocare contro il proprio allenatore”. La tensione nello spogliatoio però può capitare come nel caso di Bonucci, per Mancini il “caso” fu quello con Tevez quando allenava il Manchester City: “Gli dissi di scaldarsi a bordocampo e non lo fece. Lo chiamai il giorno dopo, gli dissi di chiedere scusa. Non lo fece, andò in Argentina e tornò dopo due o tre mesi”.

Roberto Mancini torna anche sul suo addio all’Inter: “Io sono andato via ad agosto. Non c’erano più le condizioni per andare avanti. Avevo ricevuto un’offerta dalla proprietà cinese. C’erano delle situazioni che non mi andavano bene, con la squadra era stato fatto un ottimo lavoro. Mancava poco per lottare al vertice, bisognava fare delle scelte. Se ho rifiutato il contratto? Vero, mancava solo la firma ma non l’ho firmato”.

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