Calcio

Riforma Figc, Mulè: “La Federcalcio fa il padre-padrone”

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“L’emendamento è scritto in italiano ed è talmente chiaro che non necessita di un collegio di giuristi per essere compreso. È semplice, dice che la rappresentanza delle Leghe deve essere adeguata ed equa anche rispetto al contributo economico al sistema. Da questo punto di vista ma pure rispetto all’autonomia, nella proposta c’è poco o nulla. Mentre prima l’atteggiamento della Figc era quello del passo del gambero, ovvero si andava indietro, adesso sembra si vada a passo di lumaca, ma non è accettabile. Qui si tradisce sia lo spirito della legge che quello dell’autonomia, che per come è la riforma non è differenziata, è condizionata o azzoppata. Quindi diventa un’autonomia truffa”. Lo ha detto in una intervista alla Gazzetta dello Sport, Giorgio Mulè, il vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia, firmatario dell’emendamento che sancisce il diritto delle leghe ad una equa rappresentanza negli organi direttivi delle federazioni. “Alla Serie A non viene riconosciuta la maturità, la consapevolezza e lo status per decidere, ma la si vincola come se fosse un bambino a mamma Figc. Dove sarebbe l’autonomia? Anche nei pesi di rappresentanza è una presa in giro, la A da 3 passa a 4 consiglieri mentre la lega Pro ne cede uno alla B. Si va contro la lettera della legge, mentre la legge ti vincola”, ha aggiunto. “Qui siamo di fronte ad un padre padrone. Ancora una volta lo spirito conservativo della Federazione ha la meglio”, ha sottolineato.

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