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“L’unico modo per trattare con la questione del razzismo nel calcio inglese è sequestrare il giocattolo alla gente. E non parlo del boicottaggio dei social, è qualcosa di più grande, come il rifiuto, da parte dei giocatori della nazionale maggiore di giocare le qualificazioni ai mondiali contro Ungheria, Andorra o Polonia”. Parola di Stan Collymore, che propone una soluzione più che drastica per cercare di far sì che gli episodi di razzismo sui social, ultimi quelli che hanno colpito Rashford, Sancho e Saka, terminino. Infatti, finora la “linea morbida” delle campagne dell’UEFA non sta funzionando.
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“Siamo tutti consapevoli che sino al prossimo settembre, quando la nazionale tornerà in campo, la situazione rischia di peggiorare o di ripetersi. Finché non ci saranno conseguenze dirette per coloro che pensano sia giusto insultare qualcuno per il colore della pelle, queste persone continueranno a credere di poterla fare franca facendo quello che fanno”, aggiunge l’ex attaccante di Liverpool, Nottingham Forest e Nazionale inglese. Che poi sottolinea ancora: “Mi piacerebbe leggere una nota della FA che dicesse un qualcosa come “Contro l’Andorra, a Wembley, il 5 di settembre i giocatori di colore che rappresentano l’Inghilterra hanno deciso di non mettersi a disposizione e, per solidarietà, neanche i loro compagni di pelle bianca faranno lo stesso“.
In questo modo, secondo Collymore, di certo non si combatte il razzismo in sé, ma quantomeno sarebbe un’azione concreta per diminuire se non eliminare gli episodi di questo tipo dagli stadi. Inoltre, è arrivata l’ora di intraprendere azioni concrete.
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