Calcio

Ranieri: “Sono in vacanza, non in pensione. Aspetto una Nazionale”

Claudio Ranieri
Claudio Ranieri, Cagliari - Foto Nicolò Campo/IPA

“A Cagliari ho chiuso un cerchio, è stato il finale perfetto. Però un po’ di voglia c’è sempre, chi lo sa. Di sicuro non farò mai il commentatore televisivo, proprio non mi va. L’ho già detto, come ultimissima cosa mi piacerebbe allenare una nazionale. Ho detto ‘una’ nazionale, eh, non ‘la’ nazionale”. Claudio Ranieri sembra avere le idee chiare e lo evidenzia durante una sua intervista rilasciata a Repubblica. Nel frattempo, si gode un periodo di vacanza prolungato, ma sempre seguendo il calcio: “Seguo, guardo, vedo tutto. Noi allenatori siamo malati. Più di tutto mi è piaciuto, e molto, il Parma. Si vede che sono tre o quattro anni che hanno un progetto su cui lavorano, ed è un bel vedere. Davanti sono notevoli, Bernabé è un gran bell’organizzatore di gioco. Pecchia ha messo in piedi una squadra davvero divertente. Complimenti”.

E più in generale sulla nuova Serie A: “L’Inter è l’Inter. Thiago Motta sembra che abbia subito preso la Juve per il verso giusto e in più deve ancora buttare nella mischia tutti i pezzi grossi. Mi sta piacendo molto il Toro di Vanoli, squadra verticale come poche, e aspetto il Napoli, perché Conte se non arriva primo arriva secondo, specie se non deve fare le coppe”, ha aggiunto il tecnico, che si è poi soffermato sull’annosa questione riguardante il mercato aperto durante le prime giornate. “In queste tre giornate non abbiamo visto molto di vero: sono anni che sostengo che il mercato non possa durare così a lungo, è assurdo che gli allenatori debbano lavorare per settimane in uno spogliatoio che sembra un aeroporto, con gente che viene e gente che va. Un tecnico dovrebbe cominciare la preparazione dicendo ai giocatori: siamo una squadra, andiamo. Ma non può. E non c’è mai tempo, perché i tifosi vogliono che si vincano pure le amichevoli. È un bel problema specie per chi ha cambiato guida tecnica, come Milan, Fiorentina o Bologna, che giocoforza devono aspettare che le nuove proposte si consolidino.Per fare una squadra ci vuole tempo”.

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