La FifPro, il sindacato dei calciatori professionisti, di recente attraverso un’analisi ha lanciato l’allarme al mondo sportivo e in particolare a quello calcistico. “Il lockdown dal punto di vista psicologico può essere devastante“. A prendere spunto da questa analisi è il professor Giuseppe Vercelli, docente di psicologia presso la Scuola universitaria interfacoltà in Scienze motorie dell’Università di Torino e psicologo sportivo ufficiale della Juventus e del Coni: “La depressione? I motivi sono principalmente due, – spiega Vercelli ai microfoni dell’Ansa – il primo è la mancanza di obiettivi, anche la prospettiva di mancanza di obiettivi. Alcuni sport potrebbero fermarsi veramente per tanto tempo, e questo fa si che la persona vada in uno stato di noia. Gli sportivi sono individui abituati a vivere una condizione di stress che li rende attivi, sviluppa caratteristiche, competenze, mentre la noia è la situazione più devastante che possiamo vivere. L’altro problema è che lo sportivo si trova in una incapacità di ridefinire gli obiettivi perché è abituato a fare mentre stando fermo a casa deve cominciare ad utilizzare una dimensione mentale che non è più così organizzata come quella che ha vissuto fino al momento del lockdown“.
Riuscirà a superare la situazione chi “in questo momento sa immaginare meglio degli altri e riuscirà a mettersi nella condizione di immaginare quello che tanto desidera. Chi riuscirà a fare questo ne uscirà. il problema è che non è facilissimo fare questa operazione per chi e’ abituato a fare, a stare sull’azione. Calciatrici più depresse dei colleghi uomini? In questo momento siamo tutti uomini e donne nello stesso modo – dice Vercelli – Chiaramente le calciatrici non hanno la disponibilità di spazio che hanno i colleghi uomini“.