La Procura di Roma torna alla carica nei confronti di Gabriele Gravina e chiede nuovamente il sequestro di 140.000 euro per la vicenda del caso del dossieraggio che vede coinvolto suo malgrado il numero uno della Figc. Lo riporta La Repubblica, che racconta i retroscena della vicenda. Il presidente della Federcalcio è finito nel mirino degli inquirenti alcuni mesi fa con l’ipotesi di autoriciclaggio nell’ambito di una presunta tangente da parte di chi si aggiudicò i diritti della Lega Pro 2015-2018 che sarebbe stata mascherata da caparra per l’acquisto di libri antichi, medievali e ottocenteschi, di cui Gravina è un collezionista. Mai avvenuta però secondo i pm: con questi soldi di quella che viene considerata una vendita fasulla, invece, sarebbe stato acquistato un appartamento per la figlia della compagna.
Quest’oggi Gravina è stato ascoltato presso il Tribunale del Riesame di Roma e i due legali, Leo Mercurio e Fabio Viglione, hanno diramato una nota: “Nell’udienza dinanzi al Tribunale del Riesame di Roma abbiamo ribadito le condivisibili e puntuali argomentazioni del gip che, nel giugno scorso, aveva rigettato la richiesta di sequestro avanzata dalla Procura per la totale insussistenza dei reati ipotizzati. Il presidente Gravina può andare a testa alta forte dell’assoluta correttezza delle sue condotte”.