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Terza giornata del processo che vede imputato Dani Alves per violenza sessuale ai danni di una ventitreenne. E l’ex calciatore brasiliano resta fermo sulla sua posizione: un rapporto consensuale, nessuna violenza. “Certo che ricordo quello che ho fatto – ha detto il brasiliano in aula suo avvocato – Siamo usciti con i miei amici verso le 14, all’inizio solo a pranzo. Abbiamo ordinato cinque bottiglie di vino e del whisky giapponese. Ho bevuto più o meno due bottiglie di vino e un po’ di whisky, poi gin tonic in un bar”.
“Penso che sapessero chi fossi perché chiedevano di fare delle foto. Con lei (la presunta vittima, ndr) stavamo ballando vicini, poi ha iniziato a sfiorarmi”, prosegue nella sua ricostruzione Dani Alves, che poi continua a rispondere alle domande del suo legale entranto nei dettagli del rapporto, che si sarebbe consumato in un bagno della discoteca. “La ragazza voleva andarsene?”, gli chiede il legale. “No, per niente”. “Ha chiesto di andarsene?”. “In nessun momento”. “L’ha insultata?”. “No, per niente. In nessun momento”. “Ha detto qualcosa riguardo al suo consenso?” “In nessun momento. Non mi ha mai detto che non voleva”. Alves rischia dai 9 ai 12 anni di prigione.
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