Calcio

Prefetto Gabrielli: “Io simbolo di legalità lasciato solo”

Stadio Olimpico

“In questi anni sono diventato il simbolo della riaffermazione della legalità e mi hanno lasciato solo”. Questo il grido di allarme lanciato dal prefetto di Roma Franco Gabrielli che, insieme al questore della Capitale Nicolò D’Angelo, ha voluto l’applicazione delle barriere divisorie nelle curve dello stadio Olimpico. “Eppure le barriere sono in un documento del 2014 di una task force a cui hanno partecipato anche Lega e Figc. Io e il questore siamo solamente servitori dello Stato e abbiamo fatto applicare le regole in una situazione di criticità – sottolinea il prefetto nel corso del convegno “La legalità rompe le barriere” all’Università La Sapienza di Roma – E invece mi hanno detto ‘Gabrielli come Raciti, Gabrielli come Falcone’ e ancora ‘La sicurezza che vogliamo è Gabrielli al Verano’. In un paese in cui la solidarietà si spende per qualsiasi cosa, io non ho mai percepito un segno di vicinanza mentre la stampa ha addebitato a me la morte del calcio”. Questa l’accusa lanciata da Gabrielli, lasciato solo e attaccato su ogni fronte dopo la decisione condivisa delle barriere nelle curve: “Nessuno ha mai speso una parola per me. E’ un deficit culturale di questo paese”. Poi in riferimento al provvedimento e all’obiettivo di sicurezza che persegue secondo il prefetto stesso: “Questa misura delle barriere non è piaciuta ed è un dato non equivoco emerso anche dai sondaggi. Molti come l’allenatore della Roma Luciano Spalletti che barriera ha accezione negativa, io dico che è anche positiva perché fa rispettare le regole. E’ riaffermazione che questo è il mio territorio, che gli stadi sono il luogo in cui la gente tifa ma prima di tutto rispondono alle regole di questo paese – conclude Gabrielli – e all’incolumità delle persone”.

“Il nostro dovere è riportare le famiglie e i bambini allo stadio Olimpico. Conosco solo un modo per centrare l’obiettivo: il gioco di squadra sotto lo stendardo della legalità, perché non è possibile arrivare allo stadio e trovare un posto senza regole”. Queste le parole del questore di Roma Nicolò D’Angelo durante l’incontro “La legalità rompe le barriere: lo stadio Olimpico tra presente e futuro” nell’Aula magna dell’Università La Sapienza di Roma. “Senza legalità non c’è libertà – ha aggiunto D’Angelo rivolgendosi agli studenti – Noi abbiamo detto basta alla violenza e applicato le regole. In questa stagione all’Olimpico non è successo quasi nulla e quel poco ha un nome e una responsabilità. Dobbiamo ringraziare il Coni, la Figc e le due società, Roma e Lazio, per il contributo. Quanto fatto finora non è un risultato acquisito ma l’inizio di un percorso che deve continuare”.

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