Portogallo e Francia fin qui non hanno esattamente disputato l’Euro 2024 che ci si aspettava da due corazzate di questo tipo, per usare un eufemismo. Anzi, senza girarci attorno, hanno deluso su tutta la linea, perché i transalpini hanno chiuso al secondo posto un girone comunque insidioso, per poi battere il Belgio di misura agli ottavi, e nelle quattro partite giocate fin qui hanno segnato solo su rigore o su autogol le uniche tre reti a referto, subendo d’altro canto solo un gol e sempre dal dischetto. Con quel potenziale offensivo (Mbappé limitato dalla maschera, è vero, ma pur sempre sottotono), con sei-sette attaccanti di cui la metà sempre in panchina che altrove sarebbero titolari fissi, era lecito attendersi molto di più, e in ogni caso dal punto di vista del gioco, della brillantezza – non che Deschamps c’abbia mai puntato più di tanto – siamo ai minimi termini. Eppure, c’è mentalità vincente, c’è quella fortuna che solitamente aiuta le grandi squadre nei momenti di appannamento, e la strada verso la finale è impervia sì, ma basta poco per accendere i motori e fare il salto di qualità nella fase più calda.
Salto di qualità al quale è chiamata anche la formazione lusitana. I ragazzi di Martinez hanno vinto nel recupero con la Repubblica Ceca, poi hanno asfaltato la Turchia, sì, ma solo nel punteggio e favoriti da un incredibile autogol che ha indirizzato la partita, quindi hanno perso nel peggiore dei modi con la Georgia quando, pur con la pancia piena e sazi per il primo posto aritmetico, avrebbero potuto lanciare un segnale a tutte le altre. Quindi, la vittoria ai rigori sulla debole Slovenia, in una partita comunque d’attacco, ma sconclusionata e col clamoroso rischio di perderla nel finale. Ronaldo sbaglia il rigore e piange, Pepe tradisce con quello scivolone, e ci pensa allora Diogo Costa a diventare l’eroe, prima con il miracolo su Sesko, poi parando tre rigori su tre. Insomma, non un bel viatico per i quarti, ma la consapevolezza che anche in questo caso il meglio forse è stato tenuto da parte per le partite decisive, quelle in cui la posta in palio sale in modo esponenziale e ogni errore – ma anche ogni guizzo – può essere definitivo. In sostanza, potenziali offensivi immensi, ma la sensazione è che sia dietro la chiave di tutte e due in questa fase: potrebbe venirne fuori una partita bloccata, dove si penserà prima a non prenderle, non sarebbe un grande spot per questi Europei non entusiasmanti a livello di qualità, ma giunti a questo punto l’obiettivo è soltanto uno, quello che porta verso la finale di Berlino.