È forse il colpo definitivo sulla carriera di Paul Pogba. Quattro anni di squalifica arrivati dopo un ritorno alla Juventus iniziato nel peggiore dei modi, tra infortuni, caos in famiglia e morale sotto terra. Il francese compirà 31 anni il prossimo 15 marzo e questa sentenza pesa come un macigno. A 31 anni ti appresti ad accogliere una fase calante della tua carriera, magari un finale da sogno in un top club o un romantico ritorno nella squadra dove tutto ha avuto inizio. Per Pogba tutto questo difficilmente accadrà ed è una notizia decisamente triste, per per lui stesso così come per tutti i fan che si sono affezionati a quel giocatore straordinario anni fa, che ha incantato il mondo con il suo strapotere fisico, la sua tecnica e le sue doti balistiche degne di un tiratore scelto.
Era appena l’estate del 2022 quando durante la tournée estiva negli Stati Uniti, si ruppe il menisco laterale a poche settimane dal suo ritorno, che sarebbe dovuto essere trionfale, alla Juve. Niente operazione, sceglie una terapia conservativa che però non fece altro che portare peggioramenti. L’operazione successiva, lo tenne fuori praticamente per tutta la stagione. Al rientro gioca scampoli di partita, poche manciate di minuti fino alla nuova stagione, a Udine dove nemmeno gioca ma viene comunque estratto per il controllo antidoping. Positivo, il risultato, con la Juventus che incassa un duro colpo a centrocampo assieme al successivo caso Fagioli. Pogba aspetta la sentenza del ricorso da casa, vivendo un’esperienza diametralmente opposta rispetto al primo passaggio in maglia Juve, quando in 4 anni vinse altrettanti campionati, due Coppe Italia e tre Supercoppe di Lega.
Il francese di origine guineiana era stato prelevato dal club bianconero dal Manchester United ed era considerato un crack mondiale. Incontrista ambidestro con tanta forza atletica, abilità nel pressing e soprattutto tanta tanta personalità, caratteristiche che in mezzo al campo gli permettono di recuperare palloni e vincere contrasti grazie alle sue lunghe leve, paragonate da molti ai tentacoli di una piovra e che gli hanno fatto guadagnare il soprannome di Polpo Paul. Era letale anche negli inserimenti, con i suoi strappi e i suoi dribbling nello stretto riusciva a liberarsi degli avversari e puntare alla porta, con delle sassate che ancora fanno tremare i legni delle porte dello Stadium di Torino.
La vita del “Polpo Paul” cambia quando la sua ex squadra mette sul piatto 105 milioni per riportarlo a Old Trafford. Il centrocampista era diventato il trasferimento più oneroso della storia e si sa, la Premier è un campionato dalle grandi pressioni e che necessita di tanto agonismo. Le prime due stagioni sono in linea con le aspettative, pur con qualche acciacco ai quali ci aveva abituato già in Italia. Vince un’Europa League contro l’Ajax e allunga ancora il suo curriculum. Purtroppo però qualcosa si inceppa dopo il Mondiale di Russia 2018, vinto con la sua Francia. Gli infortuni si intensificano, spuntano liti nello spogliatoio e in campo, quando gioca, non ha più quei colpi da fuoriclasse che lo contraddistinguono. Come se gli avessero tagliato i tentacoli. “Ho sofferto di depressione a Manchester”, dirà qualche anno dopo in un’intervista, confermando che davvero il Pogba sorridente di un tempo era stato spento da qualcosa.
Il ritorno alla Juve, una scelta di cuore dell’ancora patron del club Agnelli, poteva essere la cura per lui. Lo speravano e lo speravamo tutti, auspicando di rivedere la classe e la personalità di un calciatore magnifico che tanto aveva dato fino a quel momento allo sport che amava. La via del tramonto di Pogba sembra quindi segnata, sarà difficile rivederlo in campo forse, ma credo che ognuno di noi, dal profondo del cuore, spera che la classe di Paul non rimanga solo in dei vecchi highlights su internet.