Calcio

Pierluigi Collina: “Arbitrare mi manca. Ho trasformato una passione in un lavoro”

Pierluigi Collina - Foto Олег Дубина

“Credo di poter dire di essere un privilegiato. Per lavoro faccio quello che è la mia passione: occuparmi di arbitri”. E ancora: “Arbitrare mi manca. E mi sorprende che ora ci siano ragazzi che mi conoscono senza avermi mai visto arbitrare”. Sono le confessioni di Pierluigi Collina, il più famoso degli arbitri di calcio, oggi presidente della commissione arbitrale della FIFA, intervistato da Gianluca Gazzoli sul palco del Festival dello Sport di Trentot. L’ex fischietto sfoglia l’album dei ricordi: “Ho anche arbitrato una partita di Holly e Benji. E pensare che ho fatto l’arbitro per caso. Ho fatto un corso per arbitri così per provare. Mi sono visto accettato, tutto filava liscio. Ma i miei amici non capivano cosa mi spingesse a girare l’Italia per arbitrare. A vent’anni di solito pensi soprattutto a divertirti”. La consacrazione è coincisa con un momento negativo degli azzurri, cioè il Mondiale 2002: “Purtroppo il destino degli arbitri è legato alla tua Nazionale. Nel 2002 uscita l’Italia ho capito che poteva essere la mia occasione. La finale mondiale e quella di Champions le ho affrontate nella stessa maniera, con la solita routine di preparazione”. Il giocatore più divertente? “Ronaldo il brasiliano dell’Inter aveva tecnica e forza fisica, ma non ho mai arbitrato Maradona”.

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