Luciano Spalletti ha fallito ed è il vero grande colpevole della debacle azzurra a Euro 2024, con qualche attenuante, ma senza girarci attorno. E’ vero, ha avuto meno di un anno di tempo da quando è subentrato al dimissionario Mancini (e lo ha rivendicato a fine partita), ha avuto poche chance per creare la “sua” Nazionale, visto che si è dovuto prima qualificare per gli Europei, nella partita da thriller contro l’Ucraina che è parente stretta di questo Euro 2024 in Germania, poi in quattro amichevoli non ha potuto incidere più di tanto, con la grande colpa però di non aver mai creato un blocco compatto, di aver rinnegato alcune idee, di essere passato troppo facilmente da un modulo all’altro, da un interprete all’altro, cosa che nel suo grande trionfo targato Napoli non accadeva di certo.
Nessuno pretendeva miracoli da Luciano Spalletti, ma nemmeno quanto visto, o meglio, non visto in queste due settimane. Ed è tutta responsabilità del tecnico di Certaldo. Dal primo sabato in cui abbiamo preso gol dopo nemmeno trenta secondi, vincendo poi in rimonta ma a fatica contro l’Albania, a un altro sabato, 14 giorni dopo, in cui c’è da fare i conti col canto del cigno. Nel mezzo, la sconfitta con la Spagna che è stata una debacle e una lezione di calcio, ma con un 1-0 che non ha fatto partire i processi immediati, e l’1-1 contro la Croazia che soltanto con un gol al 98′ di Zaccagni ci ha tenuti in vita, ma solo per pochi giorni.
I campioni in carica abdicano agli ottavi contro la Svizzera che per la prima volta vince senza passare dai rigori in una fase a eliminazione diretta degli Europei, lo fanno giocando una partita sconcertante, con l’ennesimo cambio di modulo, l’ennesima piroetta dal punto di vista delle idee, l’ennesimo undici che rinnega le scelte della partita precedente. Le convocazioni hanno già fatto storcere il naso, i continui cambi di modulo, ne abbiamo visti almeno cinque, e di interpreti, hanno fatto definitivamente naufragare una Nazionale già priva di talento e povera di gioco.
E’ vero, le prestazioni degli scorsi giorni autorizzavano a un ribaltone tecnico-tattico, ma c’è un aspetto ancor più importante, specie in un torneo come questo: l’atteggiamento, la voglia, lo spirito di gruppo. Fattori determinanti a Euro 2020 tre anni fa con Mancini, inesistenti nell’Italia targata Spalletti. Che fa notare, insistendo di continuo, come sia mancato principalmente il ritmo, fino ad arrivare a parlare del caldo e della temperatura. Una confusione totale per Luciano. Che ora, non è da escluderlo, potrebbe decidere anche per un clamoroso passo indietro.