Due grandi campioni del nostro calcio come Gianni Rivera e Sandro Mazzola ricordano Pelè, scomparso all’età di 82 anni. “C’è stato Pelé, e poi tutti gli altri. Lo guardavo giocare, lì, sullo stesso campo e non credevo ai miei occhi. Era a due metri, ma era sulla Luna. Se ne va una parte di me”. In questo modo Sandro Mazzola ricorda a ‘La Repubblica’ Pelé, affrontato per la prima volta nella finale del Mondiale di Messico 1970, vinta dal Brasile. “Se era marcabile? Penso di no. Perché passava il pallone al compagno e poi scompariva, si smaterializzava per riceverlo di nuovo – prosegue l’ex campione azzurro – Era agilissimo, una saetta e ti fregava sempre. Pareva fatto di gomma ed era furbissimo. Valcareggi aveva deciso un raddoppio di marcatura continuo: non servì a niente”. La paura di Pelé bloccò nell’occasione l’Italia di Valcareggi: “Durante la partita lo cercavamo continuamente, per capire cosa facesse. Avevamo la testa piena di ordini da eseguire a memoria, quasi metro dopo metro, ma l’emozione fu troppo grande. Anche il Brasile lo era: troppo, per tutti”.
“E’ mancato il mio amico Pelè che ho sempre considerato il più grande di tutti i tempi. Sapeva utilizzare entrambi i piedi allo stesso modo, con la stessa sensibilità e con la stessa potenza. Se non ci fosse stato il calcio lo avrebbe sicuramente inventato”. Lo scrive su Facebook Gianni Rivera ricordando Pelé. “Avevamo un ottimo rapporto e sono veramente dispiaciuto della sua scomparsa – è il cordoglio dell’ex fuoriclasse di Milan e Nazionale – Mi sembra inutile tentare di fare una classifica fra chi era più bravo tra lui e gli altri grandi calciatori di tutti i tempi. Altafini mi ha raccontato una volta che era bravo anche in porta! Un giorno prima di iniziare gli allenamenti con il Santos, la sua squadra, si mise d’accordo con l’allenatore per fingersi un nuovo portiere che voleva essere assunto. Nessuno si accorse che era lui e parò tutti i tiri che gli fecero i compagni dal limite dell’area di rigore!!! Questo è sufficiente per capire chi è stato”.