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Alessandro Lucarelli si espone ai microfoni di Tutti Convocati su Radio 24 parlando anzitutto dell’isolamento che stanno vivendo dirigenti e giocatori: “Facciamo riunioni con la società in videoconference, per seguire gli sviluppi, capire modalità di un’eventuale ripartenza, abbiamo trovato questo accordo da qualche giorno. Insomma siamo a casa, ma sempre in movimento. Sull’accordo circa la riduzione degli stipendi ha poi aggiunto: “Da ex giocatore so che mettere mani al portafogli é difficile, l’ho vissuto l’anno del fallimento, facevo fatica a far capire ai ragazzi che c’era da sacrificarsi per andare avanti. Oggi la situazione è diversa da quella del fallimento, abbiamo parlato con i ragazzi e abbiamo trovato la soluzione di togliere questa mensilità. Abbiamo voluto far da noi e, voglio sottolineare, tutto con assoluta tranquillità”.
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Si parla tanto della possibile ripresa del campionato, ma non mancano polemiche e critiche: “Il calcio è un’azienda importantissima, noi non facciamo i capricci e non vogliamo giocare per forza, noi siamo a disposizione, deciderà il governo. Figc e Lega stanno solo cercando di muoversi in anticipo – spiega Lucarelli -. Non viviamo su un altro pianeta e non è vero che non abbiamo sensibilità rispetto a quanto succede, sappiamo che la salute vien prima di tutto, però se si decide che dal 4 si riprende, noi dobbiamo farci trovare pronti“. Pronti a ogni evenienza, anche se le condizioni di gioco non saranno certamente delle migliori: “Il calcio che vedremo sarà una condizione di eccezionalità, giocheremo di sera, ma le temperature saranno calde, partite ravvicinate, tutto questo comporta un rischio, ma non deve essere un alibi, giocheremo tutti le stesse partite, dovremo abituarci – sottolinea Lucarelli -. Sicuramente ci sarà qualche squadra più fresca, qualcuna metterà di più a carburare. I ragazzi non sono mai stati fermi, manca la palla, ma non c’è bisogno di fare preparazione come a luglio, solo levarsi un po’ di ruggine di dosso. Le squadre che hanno una struttura più brevilinea faranno meno fatica e questo può fare la differenza. Può essere un piccolo margine, ma ormai i calciatori sono macchine da guerra, professionisti esemplari, non si lascia nulla al caso. Chi più chi meno saremo messi bene”.
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