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“Sono stati mesi difficili, che sto cercando di superare. Una fase complicata della mia vita, dal punto di vista della salute, ma sto facendo di tutto per tornare quanto prima a stare bene. Nonostante ciò, non mi sono mai perso una partita del Lane, è più forte di me! E’ un pezzo di cuore”. E’ un colpo al cuore leggere l’ultima intervista rilasciata da Paolo Rossi appena cinque giorni fa al Giornale di Vicenza, prima di morire all’età di 64 anni per un male incurabile lasciando un intero paese sgomento.
A Pablito non faceva impazzire il calcio nel periodo Covid, soprattutto per via dell’assenza dei tifosi allo stadio: “Credo sia tutto un po’ falsato, perché a volte le scelte sono obbligate. Ma è un destino democratico, vale per tutti, quindi non resta che giocarsela in campo. Quello che non mi piace è che non ci siano tifosi allo stadio. Da calciatore so quanto sia importante il calore del pubblico e da spettatore mi rendo conto di quanto il tifo faccia a volte la differenza”. Aveva commentato anche la designazione del primo arbitro donna in Champions League, Stephanie Frappart in Juventus-Dinamo Kiev: “Una bella svolta, mi piace l’idea. Anche qui, come per tutte le novità , va assecondata. Le donne sono attente, diligenti, determinate e quando scelgono di fare una cosa la fanno al meglio, dunque avanti così”.
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