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”Questa offesa è stata ripetuta più volte – sottolinea la conduttrice – E oltre alla parolaccia reiterata, c’è il fatto di denigrare una giornalista che lavora da 18 anni e che esercita il suo dovere di critica. Non si può permettere di essere insultati anche attraverso i mezzi di stampa, come concetto e come precedente”. Il riferimento è a quanto accaduto nel 2017, quando Raiola convocò una conferenza stampa nella sua casa di Montecarlo per rispondere ad un tweet di Ferrari, che criticava l’atteggiamento attendista di Donnarumma con lo scopo di ottenere un vantaggio economico nel rinnovo con il Milan. Il procuratore mandò più volte “a quel paese” la giornalista con termini decisamente coloriti, accusandola inoltre di aver sposato un uomo (Marco De Benedetti) che, gestendo il gruppo Carlyle, pensa molto ai soldi.
”Questa decisione del giudice ancora non fa giurisprudenza, dato che ricorrerò in appello – precisa Ferrari – . Ma da domani, se la sentenza fosse confermata, tutti potrebbero offendere liberamente. E anche indire una conferenza al fine di insultare”. ”Se sulla sentenza sia pesata la mia simpatia verso la destra? Non faccio della dietrologia, il mio lavoro non contempla ragionamenti di questo tipo” aggiunge la giornalista.
“Rispetto la decisione del giudice anche se ricorrerò in appello. Così come rispetto, in questo senso, l’opinione di un quotidiano autorevole come Libero – prosegue la conduttrice Rai -. Si è parlato molto di magistratura politicizzata ma questo non mi interessa, perché per me la magistratura è un faro di riferimento assoluto“. “In ogni caso, penso che il ministro della Giustizia dovrebbe trovare un minuto per riflettere sul ruolo del giornalismo e sul fatto che si possano esprimere delle critiche. È grave insultare chiunque, ma il giornalista ha un ruolo più esposto nel suo esercizio del dovere di critica e allora bisogna tutelarlo” conclude Ferrari.
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