Calcio

Niente coreografia per Inter-Juventus, la Curva Nord attacca: “Ci è stata vietata non dalla questura, bensì dalla nostra stessa società”

Inter scudetto
Inter scudetto - Foto Fabrizio Carabelli/IPA Sport

Dopo l’assenza della coreografia in vista del Derby d’Italia tra Inter e Juventus, è la Curva Nord che tramite i suoi canali spiega i motivi che hanno portato a tale decisione. Tramite i loro canali social, i componenti della Curva vanno contro la società nerazzurra: “Siamo ben consci del periodo infelice che la nostra società sta passando a livello d’immagine. Siamo anche ben consci di come parte di questi problemi siano legati a spiacevoli vicissitudini. Ma, come sottolineato nell’ultimo comunicato, il Secondo anello verde adesso sta ripartendo con una gestione trasparente e ispirata da valori sani, valori ULTRAS. Valori evidentemente non apprezzati dalla società Inter.

Che, per imprecisati motivi, ha deciso di negare l’allestimento di tutto ciò che era stato preparato per oggi dai ragazzi del Covo. Poche settimane fa, nel lungo comunicato firmato Secondo anello verde, vi parlavamo di come avessimo intenzione di ripartire, annunciandovi una coreografia per il big match di stasera. Ebbene oggi, con estrema tristezza e sconforto, vi annunciamo che l’ingresso della coreo ci è stato vietato. Non dalla questura, bensi dalla nostra stessa società. Qualcuno potrebbe pensare sia una scelta corretta, visto il terremoto mediatico delle ultime settimane. Noi però, onestamente, siamo rimasti estremamente delusi e sconfortati da questa censura. In un momento di estremo fervore, ispirato dal nuovo individuato nell’allestimento di questa coreografia un momento di slancio, di ripartenza definitivo. Sarebbe stata l’occasione per vivere, assieme al pubblico presente allo stadio, un momento di condivisione, simbolo di una nuova alba. Tutti i ragazzi del Secondo anello verde attendevano questa coreo con ansia. Un grido di libertà stoppato sul nascere. Un enorme peccato. Per noi come per tutti i tifosi e le famiglie presenti sugli spalti.

Ora ci chiediamo…com’è possibile che una società sportiva decida di negare l’accesso allo stadio di alcune migliaia di semplici plastiche monocolore? Con quale diritto? Calpestando la passione e l’impegno di tifosi assolutamente esterni alle dinamiche della quale sta parlando mezzo mondo durante questi giorni. Assicuriamo a tutti che questa notizia non ci ha tagliato le gambe…anzi. Il vento sta cambiando e fino a quando saremo qua, combatteremo per i nostri diritti e per quelli di tutti gli interisti, liberi di tifare tramite qualsiasi strumento e modo ritengano opportuno”

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