Supremo portiere, in grado di dare e dimostrare il massimo in ogni occasione che, nonostante il complicato ruolo, si pone sempre come il migliore, cosa che, come spiegato a 51 Magazine, gli consente di mantenere livelli altissimi. Privo di paura, sfrutta tutte le sue conoscenze ed esperienze, affrontando così con fermezza anche avversari del calibro di Cristiano Ronaldo: «La differenza è che io conosco Cristiano Ronaldo molto meglio degli altri grazie ai nostri tantissimi duelli. Non è che penso “oh, arriva Ronaldo, che paura”» spiega infatti alla rivista. Un atteggiamento che denota lucidità e capacità di razionalizzare: «Non fraintendetemi, non è che mi faccia piacere trovarmi in situazioni simili, perché come prima cosa penso sempre alla squadra, ma se mi posso mettere la prova, voglio farlo».
Un portiere che sicuramente non la pensa come gli altri: «Dicono sempre che il centravanti sia il primo difensore, quindi credo che al giorno d’oggi il portiere debba essere il primo attaccante», afferma appunto tra le pagine della stessa rivista. Il campione del Bayern, si mostra quindi rivolto sempre all’interesse della squadra. Intento principale del tedesco è anche quello di risparmiare le eccessive fatiche dei compagni della difesa e garantire ad alto livello lo stesso gioco di squadra: «Il mio lavoro è controllare lo spazio dietro la difesa e il fatto che io praticamente faccia risparmiare energie ai miei compagni è uno degli aspetti positivi di questa cosa».