Non c’è più la Golden Generation del Belgio, che come l’Italia è alle prese con un complesso ricambio generazionale. Il giovane ct, di origini italiane, Domenico Tedesco deve rinunciare a De Bruyne, ma anche a Romelu Lukaku, in gran forma con il Napoli e rimasto a Castel Volturno proprio per lavorare ulteriormente con Conte. Sono i due simboli di una squadra che nonostante le enormi qualità nell’ultimo decennio circa, non ha vinto nulla ed è stata aspramente criticata in patria, ma dietro a questi due grossi nomi ci sono tanti giocatori emergenti per una nazione da sempre ben linkata con il talento.
Quello che forse manca ormai da tempo alla nostra Nazionale, che Spalletti sta provando a modellare sul gioco e sugli automatismi, in assenza di individualità di spicco. E dopo i bagordi di settembre, in cui abbiamo vinto le prime due in Nations League, con il colpaccio in casa della Francia e poi il successo in campo neutro anche su Israele, ecco che i Diavoli Rossi sono un nuovo test molto probante per capire a che punto sono gli azzurri. Non c’è grande scelta, perché tra infortuni e cali di forma l’undici è quasi obbligato, ed è forse un bene per il ct, che così può costruire un blocco che possa trovare i giusti meccanismi e sempre più confidenza.
Donnarumma, nonostante gli errori in Champions col Psg, è il titolare tra i pali, la difesa sarà ancora a tre e composta da Di Lorenzo, Bastoni e Calafiori, con gli ultimi due che si interscambieranno tra centrale e braccetto di sinistra. Cambiaso e Dimarco inamovibili sugli esterni, dentro al campo ci sono i tre più in forma: il goleador spallettiano Frattesi, Ricci in cabina di regia, e Tonali sempre molto ben considerato. Poi, in avanti, poco ricambio: vedremo Retegui, reduce da una super tripletta, e il Raspadori intristito che sta vedendo pochissimo campo col Napoli.
Gli ultimi tre precedenti contro il Belgio sorridono all’Italia. Agli Europei del 2016 e poi nel 2021 due vittorie, sempre nel 2021 il successo in Nations League nella finalina per il terzo posto. In palio adesso non c’è praticamente nulla, però portarsi a quota nove in tre partite, oltre che un boost a livello psicologico, può di fatto garantire il pass per i quarti di finale di marzo, visto che poi c’è da affrontare Israele ancora in casa, di fatto rendendo inutili i match di novembre. E lì, in tal caso, via con le sperimentazioni per Spalletti, che dunque è ben conscio dell’importanza di questa pausa di ottobre.