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Terzo posto o no? La storia non sostiene una Nations League che fin qui di prestigio ne ha acquistato veramente poco. L’Italia si giocherà il gradino più basso del podio della competizione meno importante tra nazionali. Eppure, la Nazionale di Roberto Mancini vuole battere il Belgio per bissare il successo degli Europei, ripartire dopo il ko con la Spagna e acquistare preziosi punti Ranking contro la prima della classe. Un antipasto di lusso in vista della finale tra Francia e Spagna. Tanto turn over in vista per gli azzurri: Acerbi, Bastoni, Dimarco, Pellegrini, Raspadori e Kean a caccia di una chance dal 1′. Forze fresche dopo una dispendiosa semifinale giocata in 10 uomini a causa dell’espulsione di Bonucci. Dopo l’interruzione della stricia di 37 partite da imbattuti, Mancini chiede una reazione d’orgoglio ai suoi ragazzi. Se il terzo posto vale poco per la bacheca, una sconfitta potrebbe avere effetti negativi sul morale a poche settimane dallo scontro diretto – quello sì decisivo – contro la Svizzera nel percorso di qualificazioni ai Mondiali 2022 in Qatar. Occhi puntati sulle tante stelle del Belgio: de Bruyne, Hazard su tutti. Non ci sarà Lukaku che non ritroverà tanti compagni e non farà un tuffo nel passato.
Sarà un tuffo non nel passato ma in un futuro che fino a qualche mese fa sembrava scontato per Kylian Mbappè, fuoriclasse del Psg ma per tanti promesso sposo del Real Madrid. Ora un rinnovo con i parigini è tutto fuorché scontato, e stasera alle 20:45 ci sarà proprio la Spagna da affrontare. Anche se lo sponsor più credibile sta nel suo stesso spogliatoio: Karim Benzema che si dice fiducioso di poter realizzare un giorno “il sogno del Pallone d’oro”. Deschamps dovrà fare a meno di Rabiot (positivo al Covid): al suo posto è pronto il giovane Tchouaméni con Griezmann, Mbappè e Benzema in attacco. Confermatissimo Theo Hernandez, unico rappresentante della Serie A in campo a San Siro. La Francia insegue il secondo titolo in pochi anni dopo il Mondiale. La Spagna cerca il primo titolo sotto la guida di Luis Enrique. Di storia la Nations League ne ha poca, ma le motivazioni non mancano, non dopo un Europeo sotto tono.
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