L’Italia è la penultima squadra per dribbling riusciti (21) ad Euro 2024. Solo la Scozia eliminata (19) è riuscita è fare peggio degli azzurri nel fondamentale più spettacolare del calcio. Non è una sorpresa viste le caratteristiche degli uomini in campo (di fatto solo Chiesa e Zaccagni sono due dribblomani puri in rosa), ma neanche un allarme alle porte dell’ottavo di finale contro la Svizzera (stasera alle 18). L’uno contro uno rimane l’arma tattica più preziosa a disposizione, ma non è essenziale. L’Inter nello scorso campionato superò il Milan 5-1 con soli due dribbling riusciti in tutta la partita. Uno in più rispetto alla vittoria qualche settimana più tardi sul Torino per 3-0. D’altronde stasera si gioca all’Olympiastadion di Berlino, dove 18 anni fa l’Italia di Lippi vinse la Coppa del Mondo contro una Francia che aveva Ribery, Zidane, Malouda ed Henry in campo contemporaneamente. Gli azzurri schieravano Toni centravanti supportato sulla trequarti da uno che più che correre preferiva far correre la palla, come Totti. Con loro anche Perrotta e Camoranesi. “Abbiamo anche questo confronto da onorare, dobbiamo essere all’altezza”, ha detto il Ct Luciano Spalletti alla vigilia, riferendosi alla cornice che non può non evocare ricordi piacevoli, soprattutto con Gianluigi Buffon capo spedizione.
Stasera il tecnico di Certaldo sembra intenzionato a proporre un 4-3-3. Si rivedono dal 1′ Scamacca e Chiesa. E con loro un esterno puro. Non Pellegrini, quindi. E nemmeno Mattia Zaccagni, autore del gol dell’1-1 con la Croazia che ha di fatto evitato l’eliminazione degli azzurri. Probabile chance infatti per Stephan El Shaarawy, che negli anni ha imparato ad essere essenziale nelle giocate, lucido sotto porta e prezioso in fase di ripiegamento. Spalletti lo ha allenato e lo ha impiegato spesso da quinto di sinistra, quindi non è difficile immaginare la possibilità già messa in conto di un passaggio alla difesa a tre nel corso della gara. A centrocampo si scalda Fagioli, favorito su Jorginho, mentre Barella e Cristante dovrebbero essere le due mezzali. In difesa non ci sarà Calafiori, squalificato, con Mancini che supera la concorrenza di Buongiorno al fianco di Bastoni (anche lui non al meglio per un attacco febbrile). Senza Dimarco, nuovamente ai box, spazio a Darmian a sinistra con Di Lorenzo a destra. Tra i pali il migliore azzurro fin qui, Gianluigi Donnarumma. E dalla panchina si scaldano Zaccagni e Frattesi, primi cambi sulla carta insieme a Pellegrini.
Di fronte una Svizzera che ha qualità e soluzioni dalla panchina. C’è un rappresentante in rosa dei campioni di Germania, Inghilterra e Italia. Xhaka è stato un pilastro del Bayer Leverkusen, mentre Manuel Akanji ha vinto la Premier col City. Campione nazionale anche Yann Sommer, pronto a difendere i pali della Svizzera come ha fatto con l’Inter. E poi c’è il blocco Bologna, che fin qui ha rappresentato l’arma più importante della nazionale elvetica. Un gol e un assist per Aebischer, mentre Freuler ha servito un passaggio vincente per la rete di Ndoye contro la Germania. Uno squalificato anche per la Svizzera e si tratta di Widmer. Il Ct Murat Yakin cambia quindi la difesa con Stergiou vicino a Schär e Akanji, mentre Rodríguez dovrebbe muoversi sulla fascia da quinto di sinistra con Ndoye sull’altro lato. In attacco spazio ad Embolo e Vargas, con Shaqiri arma principale dalla panchina. Due giocatori dell’11 titolare (Sommer e Schar) peraltro erano in campo il 7 marzo 2013, quando il Basilea di Yakin eliminò lo Zenit di Luciano Spalletti agli ottavi di Europa League. Il Ct svizzero sa come si battono i grandi allenatori e nel suo curriculum c’è anche una doppia vittoria sul Chelsea di Mourinho (settembre e novembre 2013) e un successo sulla Spagna di Luis Enrique (settembre 2022), oltre ovviamente al primo posto ai danni degli azzurri nel girone di qualificazione ai Mondiali. Rispetto all’11 schierato all’Olimpico nel novembre 2021, solo quattro (Donnarumma, Di Lorenzo, Barella e Chiesa) azzurri sembrano destinati a scendere in campo dal 1′ stasera. Come si cambia in tre anni con la ferita di un Mondiale sfumato.