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“La Serie A ha dato massima disponibilità a collaborare sul piano della programmazione e sul coinvolgimento dei giovani”. Ne ha parlato in conferenza stampa Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio, rispondendo a una domanda sugli stage azzurri di Coverciano con il Ct Mancini. “La categoria, forse in modo egoistico, sta scoprendo che attraverso un’attenta analisi dei giovani la Nazionale svolge ruolo importante nella patrimonializzazione degli stessi – ha aggiunto – Sono convinto che arriveremo a un buon accordo senza stressare il rapporto”.
Sull’abolizione del diritto d’intesa, o di veto, prevista per qualsiasi modificazione dello statuto “c’era una evidente disponibilità da parte di alcune componenti responsabili di fronte alla mia proposta. Abbiamo bisogno di un cambiamento e ho chiesto buonsenso. È emerso un orientamento generale rispetto alle intenzioni, da parte della Lega di A in particolare, di predisporre una proposta di riforma, non dei campionati ma proprio dell’intero ordinamento calcistico italiano”, ha aggiunto Gravina: “Mi è stato detto di attendere e io dico ‘Riunitevi, fate una proposta e vediamo se è nell’ottica della rivoluzione culturale del calcio italiano’. Se si dice che è un pallino di Gravina ridurre il campionato di A e B a 18 è un’offesa alla mia intelligenza – ha proseguito il presidente federale – Ho chiesto rispetto per un progetto complessivo di riforma del calcio Italiano e una nuova cultura di gestione dei bilanci”.
Parlando inoltre del turnover – cioè le squadre che cambiano tra promozioni e retrocessioni nelle varie categorie – Gravina ha concluso che “oggi per la Serie A il turnover è al 15%, per la B al 35%, per la C al 25%. Vogliamo continuare a far fallire le società? Serve maggiore mutualità sul piano delle risorse e un minore turnover all’interno del meccanismo di promozione e retrocessione”.
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