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“Soncin ha voluto vestire l’azzurro fortemente, ma per fare bene abbiamo bisogno di tempo e fiducia e chiediamo che soprattutto quest’ultima venga riconosciuta da parte delle calciatrici che sono certo gli riconosceranno”. Così il presidente Figc, Gabriele Gravina, nella conferenza stampa di presentazione di Soncin come nuovo ct della nazionale femminile italiana. “Vogliamo raddoppiare l’impegno. Il progetto sarà pluriennale e per questo sono anche contento di un’accoppiata importante con l’inserimento di Viviana Schiavi come vice. Abbiamo ringiovanito lo staff e speriamo si possa ricreare armonia nello staff e all’interno dello spogliatoio”. Poi Gravina spegne le polemiche sulla scelta di un ct uomo spiegando che “il calcio è uno. Quando parliamo di pari dignità e pari possibilità , ritengo anacronistico parlare di allenatore maschi o donne. Preferire uno o l’altro è uno dei più grandi errori che si possono commettere. Non mi sembra poi che quando andiamo in Spagna, Francia e Svezia, potenze dove ci sono ct uomini, si sia parlato di patriarcato”, conclude.
L’obiettivo è quello di stimolare ulteriormente la crescita del movimento: “Proporrò, e troverò sponda in consiglio federale, forme di investimento altamente significative per il movimento di base. L’obiettivo, entro 1 o 2 anni, attraverso non solo la politica del facile tesseramento, è di far cominciare a far giocare le bambine. La Federazione rivolge all’attività femminile nel suo complesso la massima attenzione. Ho letto commenti ingenerosi basati sulla non conoscenza della realtà dei fatti”. E ancora: “Investiremo e questo genererà effetti non solo numerici ma anche quantitativi per un calcio che potrà competere con le altre realtà che si sono affermate. Nel nostro Paese dei fondi sono stati stanziati e rientrano nel noto emendamento Nannicini, ma gli unici protagonisti dello sviluppo concreto della disciplina legata all’attività del calcio femminile sono la Figc e alcuni club – prosegue -. Abbiamo investito e crediamo nel calcio femminile perché assegniamo a questa struttura un’importanza, culturale e sociale prima ancora che sportiva. Abbiamo lavorato e spinto moltissimo, prima che ci fosse imposto dallo Stato, il professionismo del calcio femminile, ma soprattutto abbiamo voluto sviluppare una campagna mediatica, grande opportunità per tutto il sistema sportivo italiano. Ora vogliamo oggi raddoppiare il nostro impegno”, conclude Gravina.
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