Un’Italia a metà tra le certezze e lo sperimentalismo vince e convince contro la Polonia in una partita dalla posta in palio altissima a Reggio Emilia: gli azzurri di Evani, ancora orfani del ct Mancini – ai box per il coronavirus – e senza altre pedine fondamentali, battono i polacchi con un 2-0 che non dice neanche tutto della superiorità vista in campo. La sfida si sblocca con un rigore di Jorginho nel primo tempo, fischiato perché fin troppo evidente da un Turpin protagonista di una serie di torti arbitrali ai confini della realtà nei confronti degli azzurri, ai quali è stato negato un altro rigore netto per fallo di mano solare, ma non solo: l’espulsione di Goralski arriva al 77′ all’ennesimo intervento al limite, ma precedentemente il fischietto francese gli aveva già risparmiato un rosso sacrosanto al mediano polacco.
In undici contro dieci si aprono voragini di spazi per gli azzurri, che imperversano in contropiede e con un’azione da manuale, ricca di passaggi fitti e utili sul campo del Sassuolo che fa di questo tipo di gioco il proprio marchio di fabbrica, trova il 2-0 proprio con uno dei giocatori di casa, vale a dire Domenico Berardi. Va detto, però, che i nostri avversari si sono rivelati poca cosa, soprattutto in fase offensiva, che in teoria è il reparto in cui – al di là della stella Lewandowski -hanno le frecce più importanti al loro arco. Con questo successo gli azzurri cancellano lo scialbo 0-0 dell’andata e si portano in testa al girone A di Nations League e con una vittoria a Sarajevo in casa della Bosnia mercoledì sera potremo garantirci le Final Four (che proprio il Bel Paese andrà a ospitare): la Francia si è già qualificata, non troveremmo – per fortuna – l’arbitro inadeguato di questa sera, che già negli scorsi mesi aveva diretto decisamente male le sfide di Roma e Inter in Champions League.